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“Freaks” estraneo alla norma sociale

Non vale qui la solita retorica dei film sulla diversità, il classico “chi sono i veri mostri” di The Elephant Man o La bella e la bestia, in Freaks la rivalsa del diverso si raggiunge tramite l’efferatezza di cui solo una persona “normale” sarebbe capace. Browning è sempre stato il solo a credere nel progetto e nella dignità degli attori che aveva ingaggiato, veri artisti affetti da disabilità con una carriera alle spalle.

“Freaks”, le sequenze tagliate e la maledizione del film

In mancanza di documenti che comprovino quali siano stati in modo circostanziato i tagli inferti al film, sono state avanzate varie ipotesi. Secondo Fabrice Ziolkowski, “queste scene erano più esplicite sulla sorte di Hercules, l’uomo forzuto. Dato che il film insisteva sul tema della castrazione (corpi mutilati, deformati), sembra il risultato di un’azione censoria il fatto che, nelle copie attuali, Hercules appaia nella scena in cui urla vedendo avvicinarsi i membri del circo armati di coltelli e di altri strumenti da taglio, e poi la sua sorte sia lasciata così in sospeso”.

“Freaks” e la riscoperta critica

Si è dovuto attendere Cannes 1962 per poter rivedere Freaks nella sua unicità, lontano dalle stroncature di inizio anni Trenta e dall’aura di film fallito che gli stessi produttori gli vollero affibbiare. Il restauro oggi distribuito dalla Cineteca di Bologna permette di riscoprire anche alcune riflessioni degli anni Settanta, principalmente da parte dei critici e studiosi francesi, internazionali e del sempre evocativo Enrico Ghezzi.