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“Omicidio in diretta” al Torino Film Festival 2017

Nonostante non costituisca uno dei picchi dell’opera di De Palma, Omicidio in diretta risulta comunque interessante nella sua esplorazione dei rapporti umani, finendo per delineare un quadrato semiotico tracciato tra egoismo e amicizia, pubblico e privato. Dove la storia di Carlito gettava una luce romantica sul mondo della piccola criminalità, mostrandoci come al centro di un vortice di violenza possano sopravvivere uomini con dei principi, Omicidio in diretta illumina l’altra parte della barricata, rivelando un’immoralità equivalente se non superiore. 

“Carrie” al Torino Film Festival 2017

Punta di diamante dell’horror settantiano, Carrie costituisce una delle rare pellicole in cui tutti gli elementi della messa in scena agiscono in un accordo quasi perfetto, producendo una vera gemma all’interno di un genere oberato da B-Movie a tratti amatoriali. Il cardine della pellicola è il viso della Spacek, capace di passare dalle espressioni scioccate della weirdo ad un’amabile sorriso da prom queen, per poi trasformarsi in maschera demoniaca.

“Vestito per uccidere” al Torino Film Festival 2017

La potenza visiva e il valore seminale di Vestito per uccidere, opus numero tredici di Brian De Palma e suo primo successo commerciale, non sono misurabili solamente in quanto pellicola spartiacque nella filmografia del regista. A differenza del Maestro del brivido, De Palma mostra qui di rinunciare sfacciatamente alla logica narrativa nella costruzione della tensione, ma la sua profonda conoscenza del linguaggio del cinema e la sua capacità di giocare con i nervi dello spettatore mettono questa mancanza in secondo piano e ci regalano alcune delle sequenze più memorabili della sua carriera.

“Morto Stalin, se ne fa un altro” al Torino Film Festival 2017

“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa.” Il regista e sceneggiatore scozzese Armando Iannucci ha bene in mente la massima di Karl Marx sul valore storico dei regimi totalitari ed è sulla trasfigurazione grottesca del potere che getta le basi Morto Stalin, se ne fa un altro, uno dei film più quotati per la vittoria del Torino Film Festival di quest’anno che giunge in concomitanza con il centenario della Rivoluzione d’Ottobre.