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“La forma dell’acqua” e il cinema come serbatoio

Per del Toro, l’acqua è il cinema stesso, che prende la forma che noi vogliamo dargli. C’è cinema ovunque, qui. Lungo i corridoi dei laboratori, con colori, facce, feticci, manicheismi, paranoie tra John Frankenheimer e Sidney Lumet. C’è un cinema mediato, iconizzato, omaggiato nella sontuosa sala vuota del cinema dove si proiettano i peplum, nei televisori che trasmettono i film classici su piccoli schermi che ne limitano il sogno. Pur di espanderlo e riportarlo nel posto che gli spetta, del Toro fa fuggire la coppia in un onirico bianco e nero: dentro quella casa – che ha già allagato la sala sottostante – accade l’unico momento in cui la protagonista emette suoni (canta) e la creatura può danzare da novello Fred Astaire.

Suono e musica in “La forma dell’acqua”

Oltre la prevedibilità delle parole, gli ‘ultimi’ di del Toro si esprimono con corpi pulsanti di desiderio e occhi e orecchie capaci di proiettare direttamente nella dimensione di un altrove straordinario. Balletti guardati alla televisione, canzoni ascoltate su vinile, mini-sequenze da musical ricreate nell’immaginazione sognante: la musica lega e vivifica ciò che luce e colore esaltano, in una modalità di senso che supera la forma espressiva. Nella musica Elisa va oltre il suo mutismo, cantando un sentimento d’amore impossibile da comprendere in tutta la sua profondità; nella musica la narrazione acquisisce fluidità di discorso compiuto.

“La forma dell’acqua” è la più alta forma d’amore

Perché la forma dell’acqua? Forse perché nel cinema vi si sono sempre sugellate le più alte forme di amore: c’è la protagonista di Lezioni di piano che per un momento aveva deciso di legarsi indissolubilmente al silenzio imperante dell’oceano, e c’è Jean Vigo, per cui l’acqua è il luogo in cui è possibile scorgere la persona amata. E non a caso è nell’acqua che Elisa e il “mostro” consumano il proprio desiderio amoroso – scandito dalle appassionate note di Alexandre Desplat, tra il languido e malinconico, idilliche e sempre incalzanti e coerenti con lo sviluppo della storia.