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“La trama fenicia” speciale III – I codici della deviazione

Una spy story industriale ispirata a Rapporto confidenziale di Welles, dove l’ansiogeno assestamento economico, tra dirottamenti aerei e attentati, inscena l’unico gap da colmare, quello tra vita e morte, che si riaffaccia dopo Asteroid City; là nella malinconia desertica del lutto più crepuscolare, qui in un colorito e inesorabile capitalismo, sempre all’interno di famiglie disfunzionali.

“The Last Showgirl” con le scarpette d’argento

Gia Coppola, qui al terzo lungometraggio, cesella, con un carezzevole touch, il ritratto di una femminilità infranta, non di una diva (come le sopraccitate opere con Demi Moore, Angelina Jolie e Nicole Kidman), ma di un’icona senza fissa dimora, comprimaria in una fortunata serie TV, fotomodella vampirizzata dal desiderio maschile, protagonista dei rotocalchi, vittima di un sex tape scandal. 

“L’orto americano” e le oscure conseguenze dell’amore

Sospeso tra due mondi (dopo la trasferta oltreoceano con Il nascondiglio) come altri recenti film stranieri, avulso tuttavia da un’acuta disamina del contesto postbellico, L’orto americano persegue il regime filmico di uno sguardo alienato e dissociato, a cui si nega il controcampo del dettaglio osservato, in una rivelazione sempre differita o delegata, nel fuori campo della morte che attrae e atterrisce, in una distanza siderale tra il reale e il vero, che si riduce solo in quella malsana purezza di visione che è la follia negli occhi dell’altro.

Un secolo con Jack Lemmon. L’opera buffa di un’America tragica

Quasi co-autore nella deviazione verso il dramma lirico e dolente del maestro della commedia sofisticata Blake Edwards (I giorni del vino e delle rose), Jack Lemmon è stato il discreto demiurgo di storie e ritratti di un nuovo umanesimo, intercettando tonfi e sopravvivenza dell’everyman nella brezza o nel vortice dell’evoluzione dei tempi, un compositore di pathos e divertimento al di qua dell’overacting, un primo piano di complice empatia anche nei ruoli più stridenti e scomodi, avulso dalle scuole e dai manierismi di tendenza tra colleghi, arroccati tra Lee Strasberg e Stella Adler.