“Challengers” speciale IV – Il desiderio sul campo da gioco

I protagonisti di questo mènage à trois sono giovani, ambiziosi e determinati: hanno fame, vogliono tutto e sono convinti di poterlo ottenere con relativa facilità perché sono capaci, sono allenati, sanno cos’è il tennis, quali mosse fare e quali non fare. Tra un salto temporale e l’altro che ricostruisce la loro storia, seguiamo la traiettoria incostante e affannosa percorsa dal loro desiderio, costretto a spegnersi lentamente in una carriera alla deriva, in opportunità negate e potenzialità sprecate.

“Challengers” speciale III – Il tennis è un demone

Il vero spettacolo è il campo da tennis, teatro di singolari e collettive performance che partecipano ad un rito regolato da convenzioni comportamentali come in una sala cinematografica o da ballo (con spiriti danzanti). Non sfugge allo sguardo del cineasta palermitano, nonostante il respiro internazionale della sua arte, la magica meridionale liturgia insita nell’idea di rappresentazione, tipica di ancestrali credenze popolari, in cui il totale degli elementi che la compongono è superiore alla semplice somma degli stessi.

“Challengers” speciale II – Epicureo, vitalistico, estatico

Come sempre il miglior talento di Guadagnino resta quello di un raffinato pornografo, capace di rendere sensuali non solo i corpi dei suoi attori ma anche cibi, paesaggi, vestiario. Da questo dipende la sua affinità così spiccata col mondo dello spot e della pubblicità, dov’è fondamentale il concetto di sex up. Stavolta però – come già in parte in Chiamami col tuo nome – a emergere è la forza poetica latente in questo eccitamento, quella di un vero e proprio inno estatico e vitalistico alla liberazione dei sensi.

“Challengers” speciale I – L’estetica modernizzata del film sentimentale

Challengers sovrappone sport e vita con lo stesso andamento di un film d’azione: il ritmo è incalzante, sottolineato dagli stacchi di montaggio nei momenti in cui la palla corre a tutta velocità verso l’obiettivo e dalle sonorità elettroniche del duo Reznor-Ross. Procedendo spedito tra un flashback e l’altro, Guadagnino modernizza l’estetica del film sentimentale, coniugando l’interesse verso le relazioni tra i personaggi al piacere quasi tangibile di portare in scena una storia intrinsecamente godibile ed entusiasmante.