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“Being the Ricardos” e il mosaico americano di Aaron Sorkin

Being The Ricardos sviscera i retroscena di uno dei prodotti cardine della cultura pop Made in USA. Nella stessa natura eterogenea di film basato su vicende riguardanti la produzione televisiva, questo lavoro riflette l’ambivalenza che ha segnato la carriera del suo autore, la quale è però rimasta sempre incentrata su un medesimo, solidissimo, blocco tematico. Nel suo percorso in veste di sceneggiatore televisivo e cinematografico, Sorkin ha saputo elaborare un’acuta quanto urticante analisi sui fenomeni che hanno maggiormente segnato la modernità statunitense (e non solo), attraverso un approccio ormai proverbiale che fa leva su un’ironia colma di sferzate polemiche.

“Il processo ai Chicago 7” e la dinamite della democrazia

Il processo ai Chicago 7 alterna abilmente scene del processo a filmati d’archivio delle proteste, sessioni di strategia di difesa dell’avvocato liberale William Kunstler (Mark Rylance) e dell’accusa da parte del pubblico ministero Richard Schultz (Joseph Gordon-Levitt). Ma dove si incrociano i fuochi, dove le fiamme divampano e vibrano i roghi è in tribunale. Ogni parola è marchiata nel fuoco, è la matrice, la scintilla, il cherosene giovevole e venefico, capace di instillare dubbi, provocare accese discussioni, ringhiare il disprezzo per gli imputati, esplodere in atti circensi, è capace di offendere alla luce del razzismo istituzionalizzato, di leggere i nomi di chi perisce sotto un fuoco che brucia per davvero.

Il monologo smisurato di “Molly’s Game”

Non si riesce ad immaginare per Molly un corpo che non sia quello di Jessica Chastain: il fisico minuto e la credibilità mimetica con cui si cala nel ruolo confermano la tensione muscolare dell’indimenticata eroina di Zero Dark Thirty. Con un background simile, Aaron Sorkin si butta a capofitto in un monologo smisurato, esaltando come al solito il potere della parola per ripensare la narrazione (auto)biografica di una donna apparentemente prigioniera della sua immagine pubblica, stampata sulla copertina del bestseller, ed intimamente desiderosa di dare fiducia a certe imprevedibili sensibilità.