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“Storie del dormiveglia” e i dettagli dell’esistenza

“Io non sono il mio corpo sono qualcos’altro…sono il buio e la luce nello stesso momento, esisto e basta”. Inizia con queste parole il bellissimo film documentario di Luca Magi Storie del dormiveglia, vincitore di una Menzione Speciale al 49° Visions du Réel International Film Festival e ora al Biografilm 2018, nato dalla quinquennale esperienza del regista come operatore nella struttura di accoglienza notturna per senza tetto Rostom, nella periferia di Bologna. La pellicola scorre per 67 minuti formalmente perfetti, grazie all’approccio espressionista ottenuto dalla dialettica di luci e ombre, e dalle loro stesse ombre, grazie a fasci di luce netti e taglienti, emergono i profili più intimi e nascosti dei protagonisti.

“Il clan dei ricciai” come rivendicazione di dignità

Mai come in questi anni alcune sparute voci della politica e della società civile hanno cercato di avviare una riflessione sul “senso del carcere”, denunciando le condizioni spesso indecorose di molti istituti di pena e schierandosi dalla parte dei detenuti costretti a sopravvivere al di là della decenza. Non di rado sfugge a molti che la reclusione, in quanto privazione della libertà dell’individuo, è sì una pena, ma anche l’occasione per il carcerato di entrare in un percorso di riabilitazione per reintegrarsi nella società. Nella stagione in cui sono tornate di moda la giustizia privata e la sfiducia nel sistema giudiziario e sempre di più latitano valori quali il rispetto del prossimo e la tutela dei più deboli, Il clan dei ricciai arriva come un’inattesa e necessaria rivendicazione di dignità.

“Almost Nothing”, il CERN e una democrazia quasi irreale

Cattedrale della conoscenza, dove i reattori rappresentano la comunione d’ingegni tra gli architetti e i fisici (“un’estetica tonda e simmetrica… il limite della bellezza”), lo spirito del CERN secondo ZimmerFrei si trova nella caffetteria, che, nei racconti dei protagonisti, si staglia quale luogo fondamentale e formativo, nonché il posto dove pare sia stato inventato il protocollo HTML. Lasciando sullo sfondo le appassionanti cerimonie dedicate alla comunicazione delle scoperte, ci si concentra su questa anticamera dello studio in cui discutere, confrontarsi, chiarirsi (“è confortante avere risposte”), rappresentazione di un mondo senza conflitti cosciente di essere il modello di una comunità autosufficiente dal “livello di democraticità quasi irreale”.