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“The Great Buster” e il grande Bogdanovich
Data questa premessa, che cosa possiamo trovare nell’osservare il film di Peter Bogdanovich, regista che ha sempre manifestato interesse per la storia del cinema e degli autori (si veda il film Diretto da John Ford e il testo Il cinema secondo Orson Welles) sulla storia di Buster Keaton? Emerge la volontà di Bogdanovich di realizzare un racconto onnicomprensivo, in cui possa trovare spazio tutto: documenti, interviste, materiali d’archivio, biografia, aneddotica, un accenno alle dinamiche dello studio system a cavallo dell’introduzione del sonoro, analisi del film e critica.
Venezia 2018: “The Great Buster: A Celebration” di Peter Bogdanovich
Bogdanovich parte dalle origini di Buster, dalle sue prime parti nei cortometraggi di Roscoe (Fatty) Artbuckle, e prosegue con i film scritti, diretti ed interpretati da Buster, in quello che risulta un documentario tributo alla memoria di Keaton dall’impostazione semplice e lineare, quasi televisivo. Il co-produttore del film e il direttore della fotografia – in occasione della 75a Mostra del Cinema di Venezia – hanno raccontato che il montaggio è avvenuto nell’arco di un anno, ed è stato suddiviso in due fasi: dapprima la parte relativa alla documentazione e successivamente quella riguardante le interviste. Quest’ultime inoltre sono state girate nello stesso luogo, ma per non risultare ridondanti e ripetitive hanno cercato di variare le inquadrature il più possibile affinché potessero sembrare diversi collocazioni.