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“Guardiani della Galassia Vol. 3” più adulto e riuscito
I fan della saga e della Marvel in generale avranno motivo di apprezzare Guardiani della galassia vol. 3, un grande more of the same realizzato con gusto, conclusione dell’unica serie MCU con una coerenza stilistica interna. Considerando Guardiani della galassia vol. 3 come opera autonoma, ci si trova dinnanzi a un ottimo film d’intrattenimento con una buona profondità drammatica e che non fa soffrire affatto le sue due ore e mezza di lunghezza.
La Marvel è cinema – Speciale “Avengers: Endgame” III
Classica o no, l’esperienza-Endgame resta cinema. E di cinema si nutre, come sempre in casa Marvel. La fantascienza per esempio, nell’accezione shelleyana che mette in guardia dall’arroganza del Genio-miliardario-Playboy-Superuomo, è sempre tornata utile a un universo che ha per codice morale il Gruppo, e teme l’individualità quando questa non sa rientrare in una logica collettiva. Alien, Terminator, Jurassic Park, La Cosa, King Kong, Men in Black, Star Wars e Frankenstein hanno tutti fatto capolino nel corso degli anni per ricordarcelo. Ma oggi è tempo di nostalgia, e forse in effetti ci andiamo negli anni ’50: è tempo di Ritorno al futuro. Nominato e rivisitato innumerevoli volte, del capolavoro di Zemeckis basta il titolo a rendere a perfezione l’idea di nostalgia futuribile, di andare avanti guardando indietro, che permea tutto Endgame.
Cinefilia MCU – Speciale “Avengers: Endgame” II
Il MCU è la prova tangibile che un cinema supereroistico diverso è possibile. È la prova che si può essere autori anche scrivendo i dialoghi di un procione parlante o inserendo un cammeo di Jerzy Skolimowski che tenta di torturare la Vedova Nera. Perché il MCU ha dimostrato che si può amare La ragazza del bagno pubblico e allo stesso tempo sentire i brividi quando “Io sono Iron Man” apre e chiude il più grande miracolo cinematografico mai concepito, esattamente come un bambino che divora i fumetti nella sua cameretta, al buio, con la torcia sotto le coperte. Un bambino che crescerà e ritornerà piccolo film dopo film, fino a che le luci non si accendono e si rende conto che non ci sono più scene dopo i titoli di coda (perché il MCU ha cambiato anche questo nell’educazione della sala: il rimanere letteralmente fino alla fine), fino a rendersi conto che questa saga, nel bene e nel male, la amerà per sempre a tremila.
Marvel come opera mondo – Speciale “Avengers: Endgame” I
Luoghi, eventi e parole di tutti i film precedenti vengono miscelati e riproposti sullo schermo, mettendo in luce pregi e difetti di un universo narrativo che ha pochi eguali nella storia. Come per le pagelle scolastiche di fine anno, Kevin Feige vuole dare i voti alle proprie fatiche, dalle più riuscite a quelle più deludenti, con il folle obiettivo di condensare un’intera decade di cinema in un unico film. Il risultato finale è un’opera mondo che sfonda le barriere del proprio genere, calamita l’attenzione di appassionati e neofiti e restituisce al cinema la sua funzione di rito collettivo. Basterebbe vedere la lunghissima battaglia finale tra Thanos e gli Avengers per comprendere la vera forza della macchina produttiva dei Marvel Studios: la capacità di sfruttare al massimo le potenzialità del grande schermo, di intrattenere e coinvolgere il pubblico in sala senza mai limitarsi di accontentare le aspettative ma solo superandole.