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“La solitudine è questa” di fronte alla scrittura di Tondelli

Dal libertino redento nella sofferenza e nel cammino verso la conversione allo scrittore generazionale e di colore locale, Tondelli è stato ingabbiato in etichette comode e rassicuranti. Il contrario della sua scrittura fluida e de-localizzante, capace di trascendere luoghi e tempi, e di mettersi in contatto non solo con la via Emilia o con una determinata generazione, ma con chi “sente di stare al mondo nella giovinezza”, dando voce ad una rappresentazione del corpo, anche omosessuale, nel desiderio e nella malattia.

“Gli anni amari” alla Festa del Cinema di Roma 2019

Se il biopic è il non-genere più pericoloso da maneggiare, Gli anni amari dimostra bene quanto sia temeraria l’operazione di rimettere in scena una vita vera, specialmente se il soggetto raccontato è un personaggio cruciale per la storia italiana quanto al contempo un po’ trascurato come Mario Mieli. Tra i fondatori del movimento omosessuale italiano, autore del capitale Elementi di critica omosessuale, Mieli (interpretato dall’esordiente Nicola Di Benedetto), nato in una ricchissima famiglia di industriali ebrei, fu attivista, teorico, performer, scrittore, rivoluzionario. Per restituirne la complessità e la rilevanza culturale, sfiorando qua e là l’agiografia, Gli anni amari non rinuncia a un approccio didascalico, seguendo l’ordine cronologico degli eventi compresi tra il 1969 e il 1983, periodo rievocato ora con felici intuizioni (la precisione degli oggetti d’arredamento, canzoni per una volta non banali come quelle del Banco del Mutuo Soccorso) ora con qualche elemento posticcio di troppo.

Biografilm 2015: “Torri, checche e tortellini”

Cinque anni dopo il suo ultimo documentario (+ o – il sesso confuso. Racconti di mondi nell’era AIDS, scritto e diretto insieme a Giulio Maria Corbelli), Andrea Adriatico torna con un interessante spaccato di storia bolognese. Proiettato in questi giorni al Biografilm Festival, il documentario del regista abruzzese racconta l’intera storia del Cassero, primo centro italiano LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender): dal Collettivo Frocialista Bolognese del 1977 nato da un’idea di Samuel Pinto (che poi cambiò nome in Circolo 28 giugno), passando per la conquista di Porta Saragozza, fino ad arrivare ai giorni nostri, in Via Don Minzoni, a due passi da Porta Lame.