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“Te l’avevo detto” e l’apocalisse collettiva

Dopo il buon successo di critica ottenuto con il suo esordio, Magari (2020), Ginevra Elkann ritorna ad occuparsi di una serie di coppie disfunzionali con Te l’avevo detto, sceneggiato sempre insieme a Chiara Barzini con l’aggiunta di Ilaria Bernardini. Diversamente dal primo film, non sono tanto i legami sentimentali quanto le dipendenze e gli incubi del passato a caratterizzare i rapporti tra i personaggi.

“Magari” e le buone intenzioni tra infanzia e formazione

L’Italia è un Paese in cui, se fa un film la nipote di Gianni Agnelli, finisce per fare più notizia la disamina genealogica dell’autrice che la sostanza del film. Per questo cercheremo di non soffermarci troppo sul lignaggio della regista di Magari, che di cognome fa Elkann (Ginevra Elkann), ed è la terza dei tre figli di Margherita Agnelli, sorella di John e Lapo. Magari è dunque il debutto alla regia di una over forty, che a diciannove anni era assistente alla regia di Bernardo Bertolucci per L’assedio (1998) e un anno dopo era al fianco di Anthony Minghella sul set de Il talento di Mr. Ripley (1999). Per poi fondare nel 2012 la casa di distribuzione cinematografica Good Films, insieme a Francesco Melzi d’Eril, Luigi Musini e Lorenzo Mieli. Ora è in esclusiva su RaiPlay.