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Dell’amore o della solitudine. “Happy Together” come resoconto emotivo
È il terzo appuntamento in sala con Wong Kar-wai. Grazie all’operazione di ridistribuzione di Tucker Film, dopo il restauro in 4K per mano della Criterion di New York e L’Immagine ritrovata di Bologna, Happy Together torna sul grande schermo ventiquattro anni dopo il premio per la miglior regia al 50esimo Festival di Cannes. Tra vecchi monolocali bonaerensi, tango bar e troppe sigarette due uomini hongkonghesi si trovano alle prese con la loro relazione instabile e nociva. Al solito si parla di rapporti. Cina o Argentina, nei film di Wong si ha sempre l’impressione che l’amore sia l’unica cosa narrabile, l’unica capace di generare conflitto o risolverlo.
“Hong Kong Express” e la sua dirompente spontaneità
Hong Kong Express è un film lampo, girato in ventitré giorni durante i quali il progetto ha continuato a trasformarsi nelle mani del regista. I film di Wong sono in effetti dei miracoli programmatici, che dopo un infinito rimaneggiamento permettono comunque all’essenza dell’idea, della filosofia del suo autore, di emergere frammento dopo frammento con chiarezza disarmante. E questo è forse il film che più esprime l’estro del regista, la sua malinconia mista a confusione, la passione per gli incontri mancati, per le specularità e le ripetizioni che impediscono un progresso e anzi ci costringono a guardarci, a scendere a patti con le nostre manie e coi nostri rimpianti.
“In the Mood for Love” e l’amore irrealizzato
Il lavoro dell’analista era descritto da Sigmund Freud come un lavoro di ricostruzione, che affidandosi a dettagli e ripetizioni aiuta a ritrovare un qualcosa di perduto. Wong Kar-wai in In the Mood for Love si muove in quella direzione, riflettendo, a partire da quegli elementi e utilizzando il cinema, sui ricordi e cercando di ricostruire la memoria personale e collettiva. La Storia di Hong Kong e la storia di Chow e Su si trovano ad osservarsi e sfiorarsi, come i protagonisti stessi, riflettendosi a vicenda in uno specchio d’amor perduto e irrealizzato. Sono trascorsi ormai ventun anni dalla sua prima uscita nei cinema. Ritorna adesso in sala grazie al restauro in 4K realizzato dal laboratorio L’Immagine ritrovata e da Criterion, distribuito da Tucker Film.