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Tutto Kurosawa – Un apologo umanista tra realismo e simbolismo

Vivere, grazie ad un linguaggio asciutto e minimalista e a un’impronta registica trasparente, si fa al tempo stesso apologo e riflessione sulla sconfitta e la rassegnazione umana e sguardo di speranza verso una società migliore. Temi fondamentali per il Giappone del secondo dopoguerra che guardava a una possibile rinascita, ma il vero malessere esistenziale rappresentato nel film si polarizza attorno al sistema burocratico e impiegatizio, un sistema gerarchizzato e stagnante che mina la salute psicofisica degli individui.

Tutto Kurosawa – “Cane randagio” e il Giappone post-bellico

“Nessuna lavorazione è andata liscia per me come quella di Cane randagio. Perfino le condizioni meteorologiche sembravano collaborare. In una scena di sera avevamo bisogno d’un temporale. Tirammo fuori il camion dei pompieri e preparammo la macchina da presa. Appena ordinai di azionare gli idranti e di cominciare a riprendere, scoppiò all’istante una tremenda bufera. Girammo una sequenza magnifica” (Akira Kurosawa).

Tutto Kurosawa – “Vivere” tra lirismo e satira

André Bazin: “Vivere è giapponese come M era tedesco o Quarto potere americano. Nessun bisogno di dover tradurre mentalmente una modalità culturale in un’altra per leggere chiaramente e nello stesso tempo l’ispirazione particolare e la significazione generale.
Il carattere cosmopolita di Vivere non è geografico ma geologico, ha origine nel profondo della falda morale sotterranea dove Kurosawa ha saputo andare a cercarlo. Ma poiché si tratta di uomini del nostro tempo, Kurosawa ha diritto di attingere alla retorica cinematografica mondiale come James Joyce nel vocabolario di tutte le lingue”. 

Tutto Kurosawa – “I sette samurai” dal passato al presente

Come già in Rashomon, Kurosawa sfrutta il passato anche per parlare del presente: dell’individualismo predatorio del secondo dopoguerra, parzialmente ereditato dalla cultura dell’occupatore statunitense. L’approccio umanista rappresenta per l’autore giapponese, coerentemente con gran parte della sua filmografia, la via auspicabile per la coesione sociale, il termine della lotta di classe.  Afferma infatti il samurai Kambei, per appianare l’attrito fra guerrieri e contadini: “Chi difende tutti difende se stesso, chi pensa solo a se stesso si distrugge”.