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“Il diritto di uccidere” di Nicholas Ray al Cinema Ritrovato 2018

La crudeltà di Ray ha di feroce soprattutto il disincanto nei confronti del mondo, rivelato non a caso attraverso il filtro di Hollywood. Oltre ad essere un capolavoro, Il diritto di uccidere è un meta-film – o se volete un film teorico – che ha per protagonista uno sceneggiatore alle prese con lo svogliato adattamento di un romanzo amoroso e con le indagini su un delitto che lo sfiora pericolosamente. Mai come qui non ci interessa fino in fondo sapere chi sia davvero l’assassino. Ciò che ci intriga davvero è capire perché, al di là degli alibi, mai non dovrebbe o potrebbe essere Humphrey Bogart. In sottotraccia c’è  il dramma di un ferito a morte (c’entrano i traumi postbellici? una delusione d’amore? oppure è solo incomunicabilità?) che si comporta in modo indecifrabile, mascherandosi dietro un sarcastico cinismo che vorrebbe mimetizzare un atroce dolore. 

Mary Astor e “Il Mistero del Falco”

Dal 1936 in poi chi guardava Mary Astor vedeva una bellezza altera e aristocratica che nascondeva in realtà una donna intelligente e spregiudicata. Un cortocircuito sinestetico che sicuramente John Huston aveva ben chiaro quando nel 1941, alle prese con la sua prima regia, le affidò – dopo il rifiuto di Geraldine Fitzgerald, impegnata in altra produzione – la parte di Brigid O’Shaughnessy ne Il mistero del Falco