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“Anima bella” e il racconto della fragilità umana

Se Manuel pedinava il suo protagonista con incessante intensità, Anima bella – pur rimanendo sempre attaccato alla protagonista Madalina – sembra aprire di più lo spazio alla società pubblica, e non solo al mondo privato. Le riprese fluide, che accompagnano Mada in giro per la campagna in motorino o dentro gli squarci di squallore urbano nella seconda parte del film, servono a fare di lei una testimone di un orizzonte poco conosciuto e anche poco raccontato dal cinema italiano. C’è qualcosa di idealistico e fragile nel cinema di Albertini, che probabilmente – vista la padronanza tecnica e narrativa – sarebbe buon protagonista di progetti mainstream, che tuttavia al momento ha scelto di non intraprendere.

“Manuel” a Visioni Italiane 2018

Manuel è l’opera prima di Dario Albertini, un film completamente “suo” da soggetto a sceneggiatura, musiche e regia. Un’opera che ci parla del suo autore presentandocelo come regista (oltreché artista poliedrico, musicista, fotografo) fortemente affascinato dalle realtà più disagiate, periferiche, abbandonate (quasi pasoliniane). Girato nella periferia romana tra Civitavecchia e Tarquinia, pensato come classico cinema di pedinamento, Manuel è un film che scorre al ritmo del respiro del suo protagonista. Un respiro reso a tratti affannoso e ansimante dal peso delle responsabilità o frenato e sonnolento per via di una vita ancora alla ricerca del bandolo della sua matassa.

Dario Albertini e “Manuel”, la finzione oltre il documentario

A Dario Albertini interessava soprattutto quel senso di confusione e di smarrimento che alberga nei cuori dei suoi ragazzi. Da qui viene la sua decisione di realizzare un film di finzione sulla storia di Manuel, anziché un documentario: “Volevo prendermi il tempo necessario per realizzare il progetto senza aver paura di perdere qualche frammento di quella realtà perché la macchina da presa era spenta”. Un ruolo di grande importanza è stato svolto dal produttore, Angelo Barbagallo, che ha permesso di svolgere le riprese in ordine cronologico: “È stato fondamentale perché Manuel è un racconto di formazione e ciò ha permesso agli attori di crescere insieme ai loro personaggi, di immedesimarsi giorno per giorno”