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Almodóvar tra materia e immagine

La compresenza di elementi apparentemente distanti, la contaminazione tra scenari familiari e atmosfere stranianti potrebbe essere impiegata per descrivere il cinema stesso di Almodóvar, costantemente sospeso tra corpo e simbolo, materia e immagine, spettacolo e intimismo. I film della rassegna Corpi in prestito (Kika, Il fiore del mio segreto, Parla con lei, La Mala Educación e Volver) sono una summa delle sfumature che compongono il cinema di Almodóvar, ma soprattutto sono un percorso attraverso il quale è possibile ricostruire l’evoluzione formale e tematica del regista iberico.

“Challengers” speciale IV – Il desiderio sul campo da gioco

I protagonisti di questo mènage à trois sono giovani, ambiziosi e determinati: hanno fame, vogliono tutto e sono convinti di poterlo ottenere con relativa facilità perché sono capaci, sono allenati, sanno cos’è il tennis, quali mosse fare e quali non fare. Tra un salto temporale e l’altro che ricostruisce la loro storia, seguiamo la traiettoria incostante e affannosa percorsa dal loro desiderio, costretto a spegnersi lentamente in una carriera alla deriva, in opportunità negate e potenzialità sprecate.

“Notre corps” tra la materialità del corpo femminile e la politica della vulnerabilità

Notre corps agisce sui limiti del documentario e li espande, registrando la vita dei diversi corpi femminili che osserva con tutto il loro carico di narrazioni. Le storie di questi corpi sono raccontate dalle loro ferite, dai sintomi riportati sulla cartella medica, dalla quantità di sofferenza a cui hanno assistito e che hanno subito, ma non solo: quello che viene messo in luce da Simon sono i nodi che uniscono le esperienze uniche delle singole donne e il sistema entro cui vengono iscritte. 

“La zona d’interesse” speciale I – Al di là della banalità del male

La zona d’interesse, vincitore a Cannes 2023 del Grand Prix della Giuria e presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023, è un film in cui la nozione dello spazio è una questione formale e tematica essenziale: la struttura filmica è costituita da un’attenta costruzione e gestione dei luoghi, ripresi con l’utilizzo quasi esclusivo della luce naturale. Dagli spazi interni della casa degli Höß al giardino, lo spazio è un disegno geometrico netto e angusto dove è impossibile qualsiasi concezione di libertà.

“Past Lives” speciale II – Tra amori e identità

Past Lives è l’esordio cinematografico di Celine Song, certamente un film sulle diverse declinazioni del concetto di amore; di come sia soggetto alle variabili temporali e spaziali, come diversi tipi di amore appartengano a diverse fasi della vita e come queste relazioni possano coesistere e stratificarsi fino a creare un mosaico  di amori. Ma Past Lives è soprattutto un film sull’identità: su come venga plasmata dai nostri legami e dalle nostre scelte.

“Il ragazzo e l’airone” speciale I – Dentro la natura del mondo fantastico

La profonda consapevolezza dell’irreversibilità dello stato di corruzione e decadenza del mondo umano e una luminosa ostinazione di volerne far parte nonostante tutto: i personaggi di Miyazaki hanno accesso alla dimensione superiore, ai campi in cui energie superiori governano il disequilibrio del mondo sottostante. Ma quando vengono posti di fronte a una decisione, decidono sempre di tornare all’umano.

“The Old Oak” tra solidarietà e resistenza

The Old Oak è un film ostinato, tenero e intriso di umanità: ribadisce a più riprese la necessità di mantenere viva la speranza, ma non si ritrae dall’esplorare le conseguenze di questa scelta, di mostrare quanto fa male continuare a sperare, sentirsi sempre diretti verso qualcosa e non raggiungerlo mai, costruire qualcosa che viene distrutto sul nascere. Ma davanti a questo dolore e alla perdita ci invita a stringerci tra noi e a continuare a credere nella “forza, nella solidarietà e nella resistenza”.

“Il ragazzo e l’airone” dentro la natura del mondo fantastico

La profonda consapevolezza dell’irreversibilità dello stato di corruzione e decadenza del mondo umano e una luminosa ostinazione di volerne far parte nonostante tutto: i personaggi di Miyazaki hanno accesso alla dimensione superiore, ai campi in cui energie superiori governano il disequilibrio del mondo sottostante. Ma quando vengono posti di fronte a una decisione, decidono sempre di tornare all’umano.

“La passion de Dodin Bouffant”, amore e cucina artigianali

La passion de Dodin Bouffant di Tran Ahn Hung, vincitore del premio per la migliore regia al Festival di Cannes 2023, propone una rappresentazione meticolosa dell’esperienza culinaria. I cibi e le modalità di preparazione rappresentati dal regista vietnamita sono un’esperienza estetica e sensoriale, ma sono anche l’espressione di un pensiero, di un modo preciso e connotato di intendere il tempo e i rapporti.

“Il caftano blu” e il canto dei tessuti

Il caftano blu è un film che si costruisce su una concezione del tempo particolare, una dilatazione che si realizza attraverso il documentare paziente e meticoloso del susseguirsi di giornate di lavoro, di ricami che non vogliono terminare, di pasti fumanti lasciati sul tavolo. Non solo il tempo, ma anche lo spazio si dilata, si trasfigura attraverso il tocco pittorico di Touzani, le cui inquadrature sono segnate da un contrasto soffuso tra luce e ombra che divide e altera l’esteriorità dei luoghi facendoli apparire realistici ma allo stesso tempo intrisi di lirismo.