“Dune – Parte 2” Speciale IV – L’immaginario del blockbuster

La mitologia dell’opera seminale di Herbert rimane pertanto un laboratorio in cui fondere linguaggi poco affini, nel tentativo di sintetizzarli in un ibrido irriconoscibile. Una spedizione alla ricerca del blockbuster dei nuovi anni Venti, tra sensibilità autoriale e gusto del pubblico, tra complessità e accessibilità, seguendo un concetto personale di bellezza al fine di ampliarlo e renderlo qualcosa di condiviso e universalmente apprezzabile.

“Dune – Parte 2” Speciale III – Sulla resistenza e il potere

Se infatti la figura del white messiah rappresenta quasi una forma di controllo esercitata dalla classe dominante sulla rivolta a un sistema che lei stessa ha creato, inglobandola e rendendola innocua, Paul usa invece la sua provenienza privilegiata per scatenare la rabbia degli oppressi, liberarli, scardinare il sistema di potere in cui è nato e instaurare il proprio. In Dune, insomma, il white messiah smette di essere un vuoto archetipo post-coloniale e diventa un’altra incarnazione del potere dominante, che però rifiuta di farsi inglobare.

“Dune – Parte due” Speciale II – Il simbolo del cinema contemporaneo

Dune – Parte due è un film che si rivolge ad una platea potenzialmente ampia: i conflitti più evidenti, il ricorso frequente a strutture melodrammatiche e una dimensione seriale meno aperta fanno di questa pellicola un racconto più accessibile, più compatto e, in fin dei conti, più piacevole. Tuttavia, la visione estetica che filtra ogni elemento del film fa sì che Dune – Parte due segua una direzione autoriale precisa per tutta la sua durata, ponendosi effettivamente come un blockbuster diverso.

“Dune – Parte due” Speciale I – Il pessimismo spettacolare

Le prime due parti di Dune sono caratterizzate da una disillusione pirotecnica, un pessimismo spettacolare che unisce gli effetti speciali da blockbuster ad un aura contemplativa e riflessiva aleggiante su un mondo allo sbaraglio. In tal senso il deserto di Arrakis, che potrebbe essere il nostro pianeta in un futuro sempre più prossimo, è uno spazio psichico, un teatro inconscio in cui possono trovare manifestazione ansie e angosce di un presente svuotato di prospettive e speranze.