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Noah Baumbach parla al British Film Institute di Londra
Dalla nostra corrispondente a Londra. Noah Baumbach è apparso sul palco del British Film Institute di Londra, dove ha parlato della genesi della pellicola, del suo rapporto con gli attori e dell’importanza dei musical nella diegesi. “Cercavo un modo per ritrarre una storia d’amore e volevo, allo stesso tempo, esplorare il processo del divorzio. Raccontare di un matrimonio che si disintegrava mi dava l’opportunità di parlare del matrimonio stesso” ha spiegato il regista. Nel film, Baumbach non giudica i due protagonisti, rimanendo imparziale. Il vero nemico in Storia di un matrimonio è il sistema giuridico americano: “Per me è stato importante che gli avvocati non risultassero cattivi, sono professionisti di un sistema che a volte non sembra avere nessun tipo di razionalità”.
“Storia di un matrimonio” e la terapia incompiuta
La cosa straordinaria di Storia di un matrimonio è che “è quello che è”, come direbbero in The Irishman. Cos’è, se non ciò che appare? È una commedia drammatica post-alleniana dentro l’orizzonte newyorkese: non a caso Los Angeles è vista come una cartolina lontana, il luogo dove agli occhi del protagonista, Charlie, viene meno l’autenticità delle relazioni e si rivela la rottura forse irreversibile con la moglie, Nicole. È, ancora, una versione di Scene da un matrimonio che incrocia sprazzi di mumblecore. È il racconto di una separazione che aggiorna il “divorce movie” alla Kramer contro Kramer ai progressi del diritto di famiglia. È, come la trenodia di Martin Scorsese, un altro commiato allo spirito, ai luoghi, ai colori, agli umori della New Hollywood con i soldi di Netflix.
“Storia di un matrimonio” di Noah Baumbach a Venezia 2019
La voce di Charlie (Adam Driver), introduce Nicole (Scarlett Johansson), il primo personaggio visivamente presente del film. Uno dopo l’altro, marito e moglie raccontano i pregi del proprio compagno rivelando il grande amore che li ha spinti a sposarsi. Successivamente, il tono ironico e incantato iniziale lascia spazio al rammarico e alla crisi esistenziale che Nicole e Charlie stanno vivendo, a causa del loro imminente divorzio. Noah Baumbach tenta di proporre al suo spettatore uno sguardo diverso da quello feroce di Kramer contro Kramer di Robert Benton e del suo Il calamaro e la balena. In questa storia, Baumbach cerca la storia d’amore che resiste e cambia forma all’interno di un processo complicato come il divorzio. Il cineasta pone al centro della narrazione l’importanza dei rapporti umani e l’umorismo situazionale alla Woody Allen e, soprattutto, gli stessi Stati che portano alla separazione di Annie e Alvy in “Io e Annie”: New York e la California. Tuttavia, Charlie e Nicole devono andare oltre le loro personalità egocentriche e ai monotoni uffici trovando il modo di “guardarsi allo specchio” per il bene del figlio e, dunque, della loro famiglia.