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I fantasmi del blockbuster definitivo – Speciale “Star Wars – L’ascesa di Skywalker” III
La riproposizione del noto, al centro di innumerevoli teorie dell’intrattenimento contemporaneo, finisce qui per essere spinta all’esasperazione, sino a provocare un cortocircuito nella costruzione della vicenda. Episodio IX non si limita ad essere punteggiato di richiami al passato, ma si configura come un grande patchwork di trovate, situazioni e personaggi appartenenti alle otto pellicole precedenti. I luoghi visitati sono già visti (la Morte Nera, la Star Destroyer di Kylo Ren) o copie di copie (l’ennesimo pianeta desertico, l’ennesima cantina), il cast dei protagonisti si arricchisce di volti già noti (il beffardo Lando Carlissian, un po’ sovrappeso) e lo stesso antagonista principale è un villain centenario. Il ritorno dei defunti emerge come tematica ricorrente: assistiamo all’ultima performance di Carrie Fisher, mentre il mondo diegetico viene investito da un numero inusuale di force ghosts, mai stati così loquaci.
Il pathos sacrificato – Speciale “Star Wars – L’ascesa di Skywalker” II
La scelta è quella di ricucire i ponti con la prima amatissima trilogia, non rinunciando a incensare le possibilità del nuovo mondo, attraverso effetti speciali fastosi e dialoghi didascalici ed esageratamente epici, virando su strategie che ribaltano le nostre convinzioni di partenza, ma senza sconvolgere nulla. Perché la lotta tra lato chiaro e oscuro della Forza, pur ridimensionando l’aspetto profetico e leggendario della saga, ribadisce la morale della trilogia originale, solo con più carne a fuoco (e nemmeno così efficace in termini di merchandise). Abrams confeziona un film vertiginoso e frenetico, in cui è difficile anche scendere a patti con il famigerato “effetto nostalgia”, e mentre fa sapientemente i conti con la prematura scomparsa di Carrie Fisher (sostituita da un uso misurato di CGI), fallisce nel farsi portavoce di genuina sorpresa.
Un tenero congedo – Speciale “Star Wars – L’ascesa di Skywalker” I
Al culmine del suo crescendo conclusivo, il raffinato e polarizzante film di Rian Johnson recideva con decisione gran parte dei legami che ancoravano il nuovo Star Wars ai pilastri della mitologia lucasiana. Evento drastico, secondo alcuni, che viene neutralizzato fin dalle primissime fasi di L’ascesa di Skywalker, il quale tenta di riequilibrare le dicotomie scardinate e reinserire i due protagonisti nei collaudati schieramenti contrapposti. Archi narrativi che sembravano saldamente orientati ed in fase di risoluzione vengono qui ritrattati ed il superamento dei nuovi ostacoli indotto a passare attraverso la pacificazione con le vecchie glorie della “Galassia lontana lontana”, mentori cruciali nel definire le scelte e l’approdo finale.