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“Maledetto il giorno che t’ho incontrato” e benedetti questi trent’anni
Uscito nelle sale la bellezza di trent’anni fa, Maledetto il giorno che t’ho incontrato resta un film di fortissima attualità e, a detta di molti critici, studiosi e pubblico che recentemente hanno avuto il piacere di rivederlo proiettato in sala, ancora di potente impatto spettatoriale, drammaturgico, visivo. Il “mondo Verdone” stava iniziando, tematicamente, a concretizzarsi sempre di più e l’idea di un film che tirasse un po’ le somme era nell’aria. Non a caso questo film si pone quasi a metà di tutta la produzione verdoniana, come una sorta di spartiacque, di momento di confine nella filmografia di Verdone.
Sociologia della commedia. Intervista a Carlo Verdone
“Penso che questo film sarebbe piaciuto molto a mio padre Mario, e che avrebbe apprezzato soprattutto Posti in piedi in Paradiso e Io Loro e Lara. Mio padre era abbastanza severo, tra tutti il suo film preferito era Borotalco, perché era scritto in maniera frizzante, era una bella interpretazione, lo trovava un film estremamente moderno che fotografava perfettamente gli anni Ottanta. Pensa come era avanti per essere un uomo anziano, già allora! Era contento della mia carriera. Una volta capitò che leggesse un paio di critiche molto screanzate nei miei confronti, in particolare una…e lui mi disse: “ecco, vedi Carlo tu non te la devi prendere, perché questo signore che scrive vuole essere più autore di te, e quindi questi te li devi fare scivolare addosso…non ti mettere a rispondere”. E io invece gli risposi perché mi sembrava che l’offesa fosse troppo grande”.
Carlo Verdone e la genealogia del comico italiano
Esiste una genealogia sulla scena comica italiana, un fil rouge che attraversa la città di Roma e che unisce quartieri, personaggi e attori, una genealogia che trova la sua discendenza nella Trastevere di Alberto Sordi, nel Rione Regola di Ettore Petrolini, nel vicolo delle Grotte di Aldo Fabrizi. Roma ha forgiato una scuola comica che da Fregoli ha plasmato anche la generazione più recente composta e abitata da un regista e attore nato e cresciuto nello stesso rione di Petrolini: Carlo Verdone. Figlio di una Roma curiale, ferina, funambolica, ha come punto di osservazione è il mitologico bar Mariani in Via dei Pettinari, da cui convergevano individui singolarmente ordinari tra cui burini, imbranati, dandy, bulli, che hanno ispirato Verdone nella costruzione del suo dispositivo comico.