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“Il giardino delle vergini suicide” e l’adolescenza come soggettività

Ad essere in gioco è la dimensione della scelta che è negata alle protagoniste, rinchiuse in casa come la Priscilla dell’ultimo film della regista. Una scelta legata non solo alla condizione adolescenziale, ma anche, e forse soprattutto, ad una questione di genere. I personaggi di Coppola sono quasi sempre figure femminili che agiscono per raggiungere una liberazione sia fisica che spirituale.

“Il giardino delle vergini suicide” e l’idillio della morte

Ad ispirare la Coppola fu il libro Le vergini suicide, pubblicato nel 1993 da Jeffrey Eugenides. La regista, che scrive e dirige storie di donne, fa arrivare al pubblico l’intensa storia delle sorelle Lisbon. La scena di apertura mostra i rassicuranti paesaggi del quartiere periferico del Michigan abitato dalla loro famiglia. Le immagini di verdi fronde, del soleggiato giardino e il quieto vivere verranno bruscamente contrastate dall’evento scatenante del tentato suicidio della Lisbon più giovane, che porterà al suicidio di gruppo delle sorelle.

“Priscilla” è una di noi

Con il tono distaccato e inafferrabile che da sempre accompagna le storie delle sue giovani protagoniste, Sofia Coppola incornicia in un perimetro ovattato, fatto di moquette, frullati e tende, la vita sentimentale di una vergine alle prese con le montagne russe del primo amore. Un dramma interiore che non necessita di volumi alti, lei sempre leggera e imprendibile, a dispetto del contesto musicale fragoroso per eccellenza in cui ebbe luogo, del quale in Priscilla, non a caso, non si sente alcuna eco.

“On the Rocks”. La New York Story di Sofia Coppola

Un film minore questo On the Rocks, di passaggio, che sembra aprire indeciso la seconda parte della filmografia della regista, 50 anni l’anno prossimo, e tastare il terreno di una nuova poetica. Al posto di ruvide chitarre rock raffinate melodie jazz, l’ambigua ode alla giovinezza femminile tracciata fino ad oggi sostituita da una marriage story regolare, superata a sua volta in corsa, in uno squilibrio non risolto di sceneggiatura che trova l’apice nella poco riuscita parentesi messicana, da un rapporto padre-figlia da sbrogliare. Dove andrà il cinema della Coppola è nel desiderio espresso da Laura prima di soffiare sulla candelina: lo vedremo.