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“Él” nella storia della critica

In occasione della distribuzione di “Él” restaurato, ecco un viaggio nella critica e nell’analisi del film, con tante firme importanti che se ne sono occupate: “Si ritrova in Él la stessa obiettività documentaria esacerbata che era all’inizio del film Las Hurdes. Buñuel ama dire che egli si è interessato a Francisco con la curiosità con cui avrebbe osservato il comportamento di un topo. Dice anche che ha gusti da entomologo e che osserva il suo personaggio come un insetto” (André Bazin). 

“Él” ritratto di un paranoico. Nascita di un capolavoro

In occasione della distribuzione di “Él” restaurato, ecco alcune dichiarazioni di Luis Buñuel e alcune fonti critiche dedicate alla storia della pellicola. Secondo l’autore “Él è uno dei miei film preferiti. A dire il vero non ha niente di messicano. L’azione potrebbe svolgersi in qualsiasi posto, dato che presenta il ritratto di un paranoico”. Secondo Farassino, “un saggio di entomologia umana”, tra i picchi del periodo messicano. 

“Él”: melò patologico e antiromantico

Parte del terribile divertimento che scaturisce dalla visione di Él – comunque fra i film più cupi e drammatici del regista – viene dall’accanimento con cui Buñuel prende di mira il suo antieroe, dall’insistenza nel mostrarne la comica mostruosità, dalla capacità di rappresentarne i deliri in forma visuale, passando rapidamente dalla serietà all’ironia, dal sacro al profano. In questo senso, Él è un distillato corrosivo della poetica del regista spagnolo: un vero e proprio compendio buñueliano.