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“Rossosperanza” e la borghesia viziata
Attraverso uno spaccato anni Novanta un po’ grottesco e un po’ idillico, Rossosperanza accompagna lo spettatore in un mondo dalle tinte gotiche e glam, nel quale lo sfarzo e l’eccesso diventano l’emblema di quel berlusconismo che ha delineato l’immagine nazionale. Gli elementi della mondanità sono tutti presenti: i club, le droghe sintetiche, la prostituzione e una borghesia romana bacchettona e ipocrita.
Speciale Barbie I – Tesi e antitesi
Il carattere illusorio della vicenda è messo immediatamente in chiaro da Greta Gerwig nel suo film attraverso la voce fuori campo, che ci conduce all’interno dell’utopica ginecocrazia di Barbieland, dove le Barbie occupano tutte le cariche istituzionali e svolgono le mansioni lavorative più prestigiose. Nell’atmosfera si respira tutta la critica della regista verso un modello di femminismo radicale, satiricamente rappresentato a metà tra un regime dittatoriale e la fase primordiale dell’infanzia in cui il bambino si sente un unicum con l’ambiente circostante.
“Olga” e la crisi del corpo identitario
L’esordio cinematografico di Elie Grappe è interamente scandito da linee: che siano quelle degli strumenti utilizzati dalle ginnaste, quelle che dividono un corpo da uno schermo o quelle che demarcano i confini nazionali o politici poco importa. Le linee definiscono i corpi, i limiti invalicabili, determinano il reale, ma Olga non rientra in nessuna delle forme: mentre tutti intorno a lei sono perfettamente delineati, si ritrova in una dimensione ibrida dalla quale non riesce a fuggire.