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Cinema Ritrovato 2017: Agnès Varda, la poesia dello sguardo e una palette color pastello

Gli occhi di Agnès Varda sono trasparenti e luminosi: è così che lei appare negli incontri con la stampa, sul palco per l’anteprima d’eccezione della sua ultima fatica elaborata e girata JR, nella gigantografia che lo street artist parigino ha incollato sui vagoni di un treno, nei selfie su Instagram e nei primi piani di Visages Villages. Ma se la miopia fisica è un motivo che ricorre lungo tutto il documentario fuori concorso a Cannes che ha riscaldato la serata in Piazza Maggiore, di certo non è tale la visione del mondo che la regista ottuagenaria ha trasmesso nei suoi ultimi lavori, a cavallo fra cinema e cultura visuale contemporanea (moda, street art, installazioni artistiche, social media).

Cinema Ritrovato 2017: Colette, una donna del cinema

A parlare di scrittori e cinema, vien da pensare per prima cosa (e quasi solamente) al fenomeno dell’adattamento: quel passaggio di una storia dalla pagina scritta allo schermo, da un medium all’altro, che tanto piace perché poi si può discutere su quale ci sia piaciuta di più, sulle differenze o le somiglianze fra le due, e così all’infinito. Ma la rassegna dedicata a Colette durante quest’intera settimana di Cinema Ritrovato 2017 ha dimostrato che le cose, per fortuna, sono molto più complicate.

Cinema Ritrovato 2017: “Paris 1900” e Nicole Vedrès, pioniera del found footage

Uno dei filoni emergenti all’interno di quest’edizione 2017 del Cinema Ritrovato è l’attenzione per una specifica modalità narrativa che mette una riflessione sulla memoria, sulla storia collettiva e privata, sulla nostalgia e la distanza del tempo tipica dell’opera d’arte: parliamo del found footage, su cui, dopo averne dato conto negli esiti contemporanei di Bill Morrison, ci si interroga rispetto alle origini con una retrospettiva presentata in questi giorni di festival dedicata a Nicole Vedrès (1911-1965).

Cinema Ritrovato 2017: “Ragazze in uniforme”

Quando pensiamo a film interamente dedicati al desiderio femminile, specialmente omoerotico, difficilmente possiamo immaginare che il primo esempio dati 1931 e si situi nel contesto tedesco tutt’altro che libertario dell’ascesa nazista. Eppure questo è accaduto con Ragazze in uniforme (Mädchen in Uniform), opera prima di Leontine Sagan, tratto dall’opera teatrale di Christa Winsloe, proiettato in questi giorni nella rassegna dedicata a Colette al Cinema Ritrovato 2017 (la scrittrice scrisse i sottotitoli per la versione francese).

Cinema Ritrovato 2017: su Brigitte Bardot o la GIF ante litteram

Brigitte Bardot: la donna più fotografata degli anni Sessanta. Brigitte Bardot: chiamata da Godard per recitare in Il disprezzo, ci dice Jacques Rozier nel documentario Le parti des choses, non a interpretare il personaggio di Camille, bensì a recitare se stessa. BB è l’icona, BB è la diva europea degli anni d’oro della Nouvelle Vague. Ma che cosa vuol dire rappresentare una diva in quanto tale? Come si può dar conto del processo di iconizzazione, esprimere il modo in cui esso agisce all’interno dell’immaginario?

Cinema Ritrovato 2017: proiezioni del corpo femminile nel cinema delle origini

Esibizione, nascondimento: l’oscillazione fra questi due poli dà conto del modo contraddittorio in cui il corpo femminile scorre sulle pellicole dei primissimi film muti del cinema delle attrazioni che sono stati proiettati ieri sera in Piazzetta Pasolini da Nikolaus Wostry (Filmarchiv Austria) con un raro esempio di proiettore a manovella, e lo stesso vale per Die Kleine Veronika (1930), introdotto sempre dall’archivista austriaco e proiettato dalla storica lanterna a carbone di Stefano Bognar.

Cinema Ritrovato 2017: il recupero dell’epica

L’epica ritrovata: si potrebbero riassumere così le proiezioni che ieri sera hanno coinvolto, emozionato, entusiasmato il pubblico in Piazza Maggiore di fronte a due capolavori assoluti: il Prologo de La Roue di Abel Gance (1923), anticipazione del restauro condotto dalla Fondazione Jérôme Seydoux-Pathé che vedremo integralmente nel 2019, e forse il più celebre dei film meno visti della storia del cinema, La corazzata Potëmkin del maestro Ejzenštejn (1925).

Cinema Ritrovato 2017: “À propos de Nice” e “L’Atalante”

La serata inaugurale dell’edizione 2017 del Cinema Ritrovato è stata costellata, in senso quasi letterale, dal potere fantasmatico della luce: ai bagliori del mare su cui si è aperta e chiusa À propos de Nice (1929), opera prima di Jean Vigo, e alle superfici riflettenti di acqua e vetro del suo capolavoro indiscusso, L’Atalante (1934), si è unito il passaggio di un fascio luminoso (o più romanticamente stella cadente) che ha incantato il pubblico di Piazza Maggiore suggellando uno dei momenti più intensi del film culto, la notte d’amore in absentia dei due sposi protagonisti del restauro più atteso del festival di quest’anno.