Archivio
Aguirre che volle farsi re. I 50 anni del capolavoro di Herzog
L’ossessione di Aguirre è lo specchio dell’ossessione cinematografica di Herzog, per cui la storia narrata e le avventure del set formano un tutt’uno, con le riprese condotte in situazioni naturali estreme: girato con un budget ristretto, fra le ostilità della giungla e del fiume, la realizzazione di Aguirre diventa un’opera titanica come l’impresa compiuta dei protagonisti, un’impresa che tende all’Assoluto, volendo sfidare i limiti della natura e dell’uomo, e lanciando una sorta di sfida a Dio. Quella sfida che Lope de Aguirre lancia al Creatore, in particolare nel delirante dialogo dove si autoproclama “il più grande traditore”, “il furore di Dio”, colui che può decidere della vita e della morte del mondo intero.
Viaggio al centro dell’anima. “Nomad” di Werner Herzog
Sono anni ormai che Herzog affascina il pubblico con documentari raffinati e ricercati nei soggetti e nelle forme, riflessioni per immagini sui temi più vari ma sempre riconducibili a una propria visione della realtà contemporanea. Con Nomad – In cammino con Bruce Chatwin, il regista realizza uno dei suoi lavori più intimi, omaggiando l’amico e noto scrittore, ultimo grande narratore di viaggio del secolo scorso. Teorico del nomadismo e instancabile conoscitore, Chatwin è la quintessenza romantica dell’esploratore, per cui il viaggio è un mezzo per scoprire culture diverse attraverso le quali comprendere meglio sé stessi. Non è dunque un’esagerazione definire le sue spedizioni “esplorazioni dell’anima”, una ricerca quasi ossessiva che ha caratterizzato la breve vita del letterato.
L’intimità disarmante di “Family Romance, LLC”
Werzog è stato ispirato da un business in crescita in Giappone, quello della fornitura di attori per interpretare figure significative nella vita di persone reali. Così si è recato nel paese e, con un budget pressoché inesistente (ha raccontato con molto orgoglio dei cambi di costume improvvisati nei bar nei dintorni) ha filmato camera a mano attori locali che recitavano in madrelingua, catturandoli molto da vicino e senza curarsi troppo di tremolii, sovraesposizioni e sottoesposizioni, con un senso della composizione dell’immagine sorprendentemente figlia dei nostri tempi.
Herzog incontra Gorbaciov
Due grandi idealisti si incontrano, tre volte nel giro di sei mesi, per un’intervista. L’intervistatore, Werner Herzog, è un passionale più interessato alla cifra umana che all’approfondimento storico. L’intervistato, Michail Gorbaciov, è un 87enne quieto e con qualche problema di salute, nei cui occhi però ben si vedono calore carismatico e una sicurezza senza arroganza. Herzog non nasconde a nessuno il suo affetto partigiano per Gorbaciov, e definisce l’ultimo presidente dell’Unione Sovietica, colui che mise fine alla Guerra Fredda, “uno dei più grandi leader del XX secolo”, confessandogli anche apertamente i propri sentimenti. Presentato al Biografilm 2019.