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Per Emi De Sica

Emi De Sica ci ha lasciato un anno fa. Emi non amava parlare di sé. Preferiva lasciar dire agli altri e se la conversazione era gradevole allora gettava qua e là osservazioni acute e battute di spirito; ma quando era il momento di salire sul palco per presentare un film del padre o si preparava a essere intervistata, in lei scattava un invisibile meccanismo di precisione e clic, in pochi attimi si trasformava, diventando padrona della scena. La sua voce e le espressioni del suo viso riportavano letteralmente in vita lo spirito di Vittorio De Sica.

Mara Blasetti e Giuditta Rissone. Storia delle donne del cinema italiano

Come sempre al Cinema Ritrovato è possibile rivedere e rivivere le carriere di grandi del cinema del passato, ma anche approfondire le vite di personalità altrettanto importanti per la settima arte, ma meno conosciute. E forse tale risvolto rende ancor più prezioso questo festival. Stiamo parlando di film come Ritratto di Mara Blasetti e Mia madre, Giuditta Rissone, il primo diretto da Michela Zegna e il secondo da Anna Masecchia e Michela Zegna. Entrambi i lavori sono stati concepiti a partire da materiale d’archivio, ma l’intenzione delle autrici è stata quella di renderli fruibili e appetibili a tutti e non solo a chi frequenta ambienti accademici o cinetecari. E sembrano esserci riuscite.

“Miracolo a Milano” al Cinema Ritrovato 2019

Forse Miracolo a Milano – tanto apprezzato all’estero (primo premio al Festival di Cannes e altri prestigiosi riconoscimenti negli Stati Uniti) quanto incompreso e osteggiato in patria – faceva paura proprio perché sfuggente e limpido, dominato dalla trasparenza di un messaggio così chiaro e semplice veicolato da un linguaggio surreale del tutto unico per il cinema italiano di quegli anni. Esito tra i più compiuti della poetica di Zavattini, trova nella regia ferma e sublime di De Sica (ribadiamolo: che magnifico direttore di attori!) la possibilità di una visione fantastica e universale: della quale si ricorderà Steven Spielberg: i ragazzini in bici di E.T. in fuga da questo mondo spietato come i poveri a cavallo delle scope in partenza da Piazza del Duomo verso un altrove migliore…

La genesi di “Miracolo a Milano”

La genesi di questo film risale a molti anni prima e coincide con l’inizio del rapporto osmotico che lega Cesare Zavattini e Vittorio De Sica per tutta la vita. Nel 1939, De Sica pone fine ai tentennamenti del regista e produttore Giuseppe Amato, comprando direttamente da Zavattini il soggetto dal titolo Diamo a tutti un cavallo a dondolo, con l’intenzione di proporlo al regista Mario Camerini. Il cantore di Luzzara, lungimirante, gli scrive: “Caro De Sica, aspetto con ansia che tutto vada bene, perché sento che per la prima volta nasce una collaborazione assolutamente eccezionale. Io credo che nessuno abbia come Voi la capacità di penetrare sino in fondo alla poesia del soggetto, rendendolo comunicativo e direi popolare”.