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Ritorno a Peter Lorre. “M” e l’ombra del mito

Ci facciamo accompagnare da due studiosi internazionali alla riscoperta di Peter Lorre e di uno dei suoi film più celebri. Omaggiato dal Cinema Ritrovato 2022, Lorre può essere considerato – secondo Alexander Horwath – “un uomo perduto, una stella errante nella galassia delle icone del cinema: allontanandoci dalle sue false promesse per attirarci in un mondo di disagio, ci ha offerto una rappresentazione tra le più fedeli dell’uomo del Novecento. La sua personalità fuori e dentro lo schermo è il risultato frantumato di un percorso che ha attraversato il modernismo e i fascismi europei, la tossicodipendenza e l’esilio, la cultura del denaro e la fama: in essa si riflettono volti e maschere del suo tempo”.

“Die Spinnen” di Fritz Lang al Cinema Ritrovato 2020

È tornata Musidora? L’illusione c’è nelle prime scene de Il Lago d’oro ovvero i ragni, il primo capitolo della serie in tre parti Die Spinnen diretta e sceneggiata da Fritz Lang. Una misteriosa banda di malviventi, dall’evocativo nome “I Ragni”, scopre che il pilota Kay Hooh (Carl de Vodgt) sta andando alla ricerca di una zona del Sud America dove gli Inca sarebbero sopravvissuti assieme a grandi ricchezze. Eroe e malviventi partono allora alla ricerca della ricchezza nascosta ma scopriranno presto che ottenerla non sarà per nulla facile. A guidare I Ragni troviamo la misteriosa Lio Sha (Ressel Orla), una sosia di Musidora che non spicca per simpatia, intelligenza e arguzia come l’originale, ma che cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote al protagonista.

“Sono innocente” di Fritz Lang al Cinema Ritrovato 2020

La meraviglia di Sono innocente sta tutta nella regia di Lang, che sa costruire una tensione drammatica nelle sequenze d’interni più che in una narrativamente superflua fuga in macchina; che sa dedicare ai suoi protagonisti dei primi piani meravigliosi; che sa rendere le luci e le ombre riflessi di uno stato psicologico (Eddie in cella prima dell’ultimo pasto) o elemento scenografico caratterizzante i personaggi (il dialogo tra Joan e il prete, con un’ombra che disegna una croce sulla sedia); che sa infondere un profondo simbolismo a gesti e angolazioni di ripresa; che sa usare anche il sonoro come strumento drammaturgico (il colloquio attraverso il vetro); che, infine, sa rendere una contrapposizione tra bene e male, tra uomo e società, meno banale e dualistica di quanto sembri.

Intervista a Nicolas Winding Refn

Fresco reduce dall’uscita di Too Old to Die Young, un ambizioso film in dieci episodi distribuito da Amazon Video (guai a chiamarla serie), il cineasta danese Nicolas Winding Refn arriva al Cinema Ritrovato in duplice veste: quella di regista e di restauratore. Dopo la presentazione “sotto le stelle del cinema” della sua copia personale in 35mm di Drive, ha indossato i panni di divulgatore, facendo conoscere al pubblico un film perduto del 1967, Spring Nights, Summer Nights, introducendo El Topo del suo carissimo amico Alejandro Jodorowsky e illustrando il lavoro dietro byNWR, la sua nuovissima piattaforma streaming, dedita a preservare il passato dialogando senza remore né preconcetti con il futuro.

Cinema Ritrovato 2017: “Rancho Notorious”

Rancho Notorious è una delle incursioni di Fritz Lang nel genere western, precisamente il terzo, ultimo e migliore. Questa copia proveniente da Cinevolution Studio per concessione di Warner Bros. e Park Circus permette agli spettatori del Cinema Ritrovato di apprezzare appieno le caratteristiche di un film caratterizzato da una grande fotografia ad opera di Hal Mohr, che sarebbe difficile ammirare altrimenti, “poiché fu distribuito dalla RKO e per anni non fu efficacemente protetto dal diritto d’autore, cosicché la maggior parte delle edizioni in videocassetta o Dvd erano caratterizzate da un colore estremamente sbiadito e al contempo troppo scuro.”

“Metropolis”, padre di “Blade Runner” e “Futurama”

Quasi ossessionati dal nuovo restauro di Metropolis, noi di Cinefilia Ritrovata continuiamo a postare contenuti sul film, questa volta chiedendo a due collaboratori una propria lettura del film, con occhi contemporanei e attenti ai particolari.