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Simbolismo queer nell’ombra di Lynch tra “Queer” e “Ho visto la TV brillare”
Queer e Ho visto la TV brillare sono quindi due film per certi aspetti comparabili, nonostante le differenze di storia, tono e sguardo autoriale: entrambi raccontano identità Lgbtq+ e, nel farlo, impiegano una modalità narrativa talvolta ermetica e straniante. Guadagnino lascia più zone d’ombra nell’interpretazione dei sogni e delle allucinazioni di Lee; Schoenbrun, invece, apre allo spettatore squarci perturbanti nella quotidianità dei suoi protagonisti.
“Diva Futura” e la favola di un porno che non esiste più
Il film circumnaviga gran parte delle domande che potrebbero sorgere, preferendo concentrarsi sul racconto di una favola tutto sommato scanzonata e dolceamara di un uomo che sognava troppo in grande per il Paese in cui viveva. Ripensando a Supersex (la serie su Rocco Siffredi uscita su Netflix) viene da chiedersi se il 2024 sia l’anno in cui l’Italia cerca di fare pubblicamente pace con il porno
Fotografare e sparare tra Don De Lillo e Alex Garland
Lo scatto e lo sparo, in Civil War, sono risposte equivalenti a una stessa situazione. Le strisce di pellicola di Jessie mostrano corpi distesi, uomini accovacciati e sanguinanti in inquadrature esteticamente bellissime, ma che non significano quasi più niente. Cosa dovremmo fare di quei corpi? E, come già a Don DeLillo, viene da chiedersi: dovremmo forse congratularci con loro per aver preso parte alla soddisfazione fotografica? Civil War si limita a scattare una foto al futuro, ma non dà altre risposte.
“Orlando” biografia politica per sopravvivere alla violenza
Quando sei dissidente, ci ricorda Preciado in Orlando, la tua esistenza è una lotta; il tuo corpo, il terreno su cui si svolge la battaglia; la tua storia, la storia di tuttə lə dissidenti come te. Portare avanti un racconto collettivo, quindi, è un dovere: perché è necessario sopravvivere alla violenza per raccontare la propria storia, ma anche perché è necessario raccontare la propria storia per sopravvivere alla violenza.
“Dune – Parte 2” Speciale III – Sulla resistenza e il potere
Se infatti la figura del white messiah rappresenta quasi una forma di controllo esercitata dalla classe dominante sulla rivolta a un sistema che lei stessa ha creato, inglobandola e rendendola innocua, Paul usa invece la sua provenienza privilegiata per scatenare la rabbia degli oppressi, liberarli, scardinare il sistema di potere in cui è nato e instaurare il proprio. In Dune, insomma, il white messiah smette di essere un vuoto archetipo post-coloniale e diventa un’altra incarnazione del potere dominante, che però rifiuta di farsi inglobare.
Ripartire (ancora) dal desiderio – Speciale “Povere creature!”
Il motore primo di Frankenstein è il fallimento genitoriale: dopo nove mesi passati a creare il mostro e a dargli vita, il dottore rifiuta il suo ruolo di genitore e la possibilità di provare empatia verso il neo-nato, scappando dalla sua stessa creazione. Povere creature! è profondamente debitore al romanzo di Shelley. La vicenda parte dalla premessa opposta e si chiede: cosa sarebbe accaduto se il genitore del mostro si fosse assunto la responsabilità di ciò che ha creato? E cosa accadrebbe se la creatura fosse una donna?
La catabasi suicida della “Chimera”
È difficile capire dove, in Arthur, finisca la combattuta fascinazione per i corredi funerari che dissacra e dove inizi il sospetto che, se profana abbastanza tombe, prima o poi troverà quella che cerca. È l’ambivalenza dell’Appeso, la carta dei tarocchi richiamata dalla locandina del film: “Una carta di “gioiosa resa” – ha scritto Francesca Matteoni – oppure “di blocco e sacrificio doloroso”. E l’Appeso è “esplicitamente un condannato, uno sciamano, un esule, un criminale, qualcuno che ha il coraggio paradossale di arrendersi”.
Wes Anderson, Roald Dahl e lo squarcio del perturbante
In tutti e quattro i cortometraggi Anderson mette in scena l’irruzione di qualcosa che spazia dal peculiare al sinistro in un contesto familiare ai suoi personaggi, e che anche per un solo momento turba il quotidiano incedere delle loro vite. La minaccia di un evento che potrebbe essere bellissimo o terribile – il dono di poter vedere senza guardare, la facoltà di spiccare il volo, una scommessa impensabile e la possibilità di salvarsi da un morso mortale – incombe sui personaggi tanto quanto incombe su chi li guarda, mettendoli sullo stesso piano.