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“Padrenostro” e lo sguardo dell’infanzia sulla Repubblica

I bambini ci guardano. Era vero negli anni ‘40, all’ultimo atto del Fascismo, era ancora vero nel 1976 quando il vicequestore Alfonso Noce scampò per miracolo al fuoco di mitra dei Nuclei Armati Proletari (morirono un terrorista e un agente della scorta). Oggi è suo figlio Claudio a raccontare quella storia. “Non un film sugli anni di piombo”: così qualcuno ha definito Padrenostro, con quella retorica insopportabile che vorrebbe chiudere l’arte in una campana di vetro (quante volte di Orizzonti di gloria, Apocalypse Now o La sottile linea rossa ci è toccato sentire “non un film sulla guerra, ma..”). A sviarli è lo sguardo intimo di Noce, che c’era, è per sempre coinvolto e naturalmente racconta dall’interno, pur finzionalizzandola, questa storia di tutti.

Pierfrancesco Favino, anatomia di un (anti)divo

In 20 anni di carriera, lo abbiamo visto apparire in opere televisive e cinematografiche di vario genere. Ma guardando un po’ più attentamente, si nota un fil rouge in molte delle sue interpretazioni: l’uomo figlio del ’68. E quindi, un uomo in preda a un senso di spaesamento. Un uomo che non trova più un ruolo definito da ricoprire all’interno della società moderna. Dopo i moti del ’68, infatti, la nostra società ha subito profondi mutamenti e il ruolo del maschio si è trasformato senza avere più un contorno ben definito come in passato. Nasce così il suo divismo (e anti-divismo) made in Italy, nonché la sua capacità di metamorfosi. La sua recitazione ha saputo donare bellezza a film diversi e figure complesse da rappresentare. 

Porte aperte ad “Hammamet”

Il film appassiona non poco nel mostrare l’apertura e l’acume dell’uomo e del leader, la sua visione ampia e priva di pregiudizi, la lucidità affettiva nel rapporto con i figli e i nipoti e quella politica nel confronto con colleghi e avversari. In una parola: il suo carisma. Il problema del film di Amelio non è la mancanza delle risposte, ma che queste domande non risuonino con la solennità e la severità necessarie. Se terremoto doveva essere, non sentiamo la terra muoversi sotto i nostri piedi. Se una finestra doveva essere rotta, non ci sentiamo in pericolo per i vetri a terra.