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“I guerrieri della notte” nell’inferno della città
Breve viaggio intorno alle fonti secondarie dedicate al capolavoro di Walter Hill, che ci spiegano perché ancora oggi I guerrieri della notte sia considerato un cult impareggiabile. Come ha scritto Pauline Kael: “The Warriors ha un’intensità magnetica. Si svolge dalla notte all’alba, e gran parte dell’azione ha i colori vivaci e brillanti dei pennarelli fluorescenti sullo sfondo dello spaventoso buio newyorkese; le figure si stagliano come un juke-box in un bar scuro. Per tutta la sua durata, questo film barocco possiede una brillantezza psichedelica, che sboccia nella notte”.
“Driver l’imprendibile” e la fondazione del neo-noir contemporaneo
Driver l’imprendibile è un film che vive di varie anime, mai però in conflitto, bensì in simbiosi fra loro, grazie a una regia solida e sicura di un autore che conosce bene il genere e dimostra di saper dirigere un noir coi fiocchi: da una parte, c’è la componente più spettacolare dei forsennati inseguimenti automobilistici; dall’altra, c’è invece l’elemento più squisitamente noir, predominante nella narrazione e piacevolmente intercalato dalle sequenze d’azione; infine, c’è il fattore visivo, quello formato dalle imponenti scenografie naturali della città e dalla fotografia contrastata, nel quale ancora una volta lo sguardo del regista si rivela lungimirante e anticipatore di un certo tipo di cinema del decennio successivo.
“I guerrieri della notte” tra culto e immaginario
I guerrieri della notte anticipa l’immaginario degli anni Ottanta, pur essendo prodotto anagraficamente ancora nel decennio precedente, ed è anche questa sua lungimiranza a renderlo così importante. L’immagine livida e violenta di una New York allo sbando c’era già nei seventies, in film come Il giustiziere della notte, ma era rappresentata in modo diverso: è proprio con I guerrieri della notte che si entra dritti negli anni Ottanta, fra giubbini di pelle, occhiali da sole, graffiti, cappelli da baseball, volti dipinti e costumi bizzarri e coloratissimi. Anzi, non è azzardato dire che sia proprio questo cult-movie di Hill a definire in modo sostanziale l’immaginario cinematografico e popolare degli anni Ottanta.