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Il lato ambiguo del west: ancora su “Un uomo da marciapiede”

Uno schermo bianco di un drive in, il suono di una battaglia in lontananza, lo scalpitio dei cavalli seguito da alcuni spari, l’eco di un film western rievocato dal movimento altalenante di un cavallo a dondolo. L’incipit di Midnight Cowboy, brutalmente tradotto in Un uomo da marciapiede, potrebbe anche essere uno dei numerosi flashback dell’infanzia di Joe Buck.

New York Stories: “New York, New York”

Nella lunga trattazione su New York e il cinema che abbiamo proposto ai nostri lettori, appoggiandoci alla retrospettiva in corso, tocca oggi al film eponimo di Martin Scorsese. Dl resto non potevamo che chiudere con il regista più legato (insieme a Woody Allen) alla Grande Mela.

New York Stories: “L’uomo del banco dei pegni”

Capita che quando si pensa a New York non venga subito in mente il nome di Sidney Lumet, il cui Uomo del banco dei pegni è oggi sotto la nostra lente. Malgrado gli omaggi postumi e le tante occasioni per rivalutare e ripensare la sua opera, questo regista continua ad essere pigramente un po’ snobbato da chi è troppo impegnato a dispensare patenti di autorialità.

New York Stories: “I guerrieri della notte”

    New York City, 1979. Cyrus, leader afroamericano dei Riffs, raduna nel Bronx tutte le street gangs della città (più di 100.000 uomini in totale) per unirle in unico grande esercito e porre fine alle sanguinose lotte per il controllo dei quartieri. Nel bel mezzo del raduno Cyrus viene ucciso da Luther, anarchico leader dei Rogues, e la colpa dell’omicidio viene attribuita ai Warriors, carismatica gang di Coney Island. Per gli otto guerrieri è l’inizio di una frenetica fuga lunga...

New York Stories: “Ombre”

Ombre (1959) è il primo film di John Cassavetes: a venir coinvolti nelle riprese sono gli attori del laboratorio di recitazione fondato assieme all’amico Burt Lane (padre di Diane Lane), creato in contrapposizione all’Actors Studio.

New York Stories: “Rosemary’s Baby”

Rosemary Woodhouse (Mia Farrow) è una mogliettina inibita e sospirosa, subalterna alle mire carrieriste del marito Guy (John Cassavetes), attore teatrale di scarso successo. L’arrivo dei due nel nuovo appartamento newyorchese, il cui interno ricorda vagamente quello di Repulsion, somiglia all’ingenuo idillio di una telenovela.

New York Stories: “Il cattivo tenente”

Siamo a quattro partite dalla finale del campionato di baseball. I Metz hanno avuto un’inaspettata rimonta sui Dodgers e, di partita in partita, il Cattivo Tenente, poliziotto corrotto e dedito a ogni tipo di droga, vede raddoppiare il suo debito con un pericoloso allibratore. Nel frattempo una suora viene stuprata da due balordi.

New York Stories: “Taxi Driver” e il commento musicale

Nella filmografia sulla Grande Mela, un posto speciale lo occupa ovviamente Martin Scorsese con numerosi suoi film. In Taxi Driver la città è quella del dopo-Vietnam e del picco di criminalità. Ecco come potremmo rileggere il film, con particolare attenzione alla colonna sonora.

New York Stories: “Shame”

Grazie alla retrospettiva New York Stories, andiamo alla (ri)scoperta di tanti film che hanno rappresentato la città più famosa del cinema (insieme a Parigi). Oggi il percorso prosegue con Shame, di Steve McQueen, con Michael Fassbender.

“Pull My Daisy”, cinema beat

Beat: colpo, battito. Tac tac sulla macchina da scrivere: prima il ritmo, poi pensieri e frasi. Una scrittura che flirta col bebop, da cui deriva musicalità e gusto per l’improvvisazione. Pull My Daisy, sprovvisto di dialoghi e presentato nella rassegna New York Stories, si affida totalmente alla voce fuori campo di Kerouac.

Rapsodia in bianco e nero: la musica sinuosa di “Manhattan”

Se, come il protagonista in una delle scene più famose del film, ci si mettesse sdraiati sul divano ad elencare le cose per cui vale la pena vivere, Manhattan potrebbe legittimamente rientrare, come tutto il grandissimo cinema, nella lista.