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“Buena Vista Social Club” come musical alternativo

C’è una luce salvifica nei luoghi ripresi dal regista tedesco, che li consegna ad un’“archeologia del futuro” grazie ad uno sguardo cinematografico che attraversa, sospeso, un gelido passato, un appassionato presente e un domani che non sembrava essere così epico e colorato. Le nuance di stili, di toni, che ammiriamo nelle strutture architettoniche/teatrali, persino negli edifici abbandonati o nei murales, e che ascoltiamo nelle melodie di brani che fermano istanti seducenti, non possono che invitarci a sognare da partecipi spettatori di un decadente (e alternativo) musical hollywoodiano.

“Challengers” speciale III – Il tennis è un demone

Il vero spettacolo è il campo da tennis, teatro di singolari e collettive performance che partecipano ad un rito regolato da convenzioni comportamentali come in una sala cinematografica o da ballo (con spiriti danzanti). Non sfugge allo sguardo del cineasta palermitano, nonostante il respiro internazionale della sua arte, la magica meridionale liturgia insita nell’idea di rappresentazione, tipica di ancestrali credenze popolari, in cui il totale degli elementi che la compongono è superiore alla semplice somma degli stessi.

Lo specchio scuro nel cinema di Saverio Costanzo

Il cinema di Saverio Costanzo è uno specchio scuro, un riverbero di recondite paure e desideri, un’illuminazione di volti in perturbante/trepidante attesa. I titoli delle sue opere sembrano enunciazioni programmatiche che esprimono introverse e cupe riflessioni non più procrastinabili e mai condivisibili. I protagonisti di queste storie hanno sete di un’innocenza perduta che si tramuta in immaginifica ossessione foriera di un’inquieta e perenne disillusione. 

“Stranger Than Paradise” 40 anni dopo

L’occhio “malincomico” di Jarmusch de-territorializza luoghi e ambienti con un bianco e nero dalla luce abbacinante (splendida la fotografia iperrealista di Tom DiCillo) che rende “i posti un po’ tutti uguali” con un clima di glaciale umorismo e di poetico grigiore. Certamente affiorano influenze di quel surrealismo che il cinefilo ragazzo di Akron (Ohio) studiò a Parigi, affascinato dal pensiero di André Breton che affermava: “la letteratura è una delle strade più tristi che portano dappertutto.”

“Il punto di rugiada” e gli ospiti della memoria

Il punto di rugiada è la temperatura di raffreddamento dell’aria che consente il processo di condensazione del vapore acqueo ivi presente e può creare, a volte, le condizioni per una nevicata. Questo è il concetto fisico che ha ispirato il titolo del film di Marco Risi ma inevitabilmente vi è anche un significato metaforico che allude al punto di trapasso dell’esistenza umana.

“Fingernails” come diagnosi d’amore nell’eclisse digitale delle emozioni

L’amore di coppia è fantascienza? Il film di Christos Nikou non risponde esattamente a questa domanda ma immagina un’anomala rom-com in un mondo distopico con relazioni sentimentali irrisolte. In tempi e spazi indefiniti, sospesi tra iconografie del passato ridisegnate e asettici auspici futur(ist)i, le uniche certezze affettive provengono da una macchina analitica. Il freddo ma rassicurante calcolo ha sostituito le calorose ma spinose emozioni.