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“Blind Husbands” e la crisi della morale

In un contesto fortemente influenzato dalla morale americana e dall’impossibilità di accettare la fine di un rapporto matrimoniale, ecco giungere un punto di rottura proveniente da fuori, dall’Europa in cui Blind Husbands è ambientato. Da una parte abbiamo la morale puritana, dall’altra quella più libertina proveniente da fuori e che sta mettendo a rischio le basi della prima. Il personaggio interpretato da Erich von Stroheim rappresenta proprio l’altra morale, quella che negli Stati Uniti si cercava disperatamente di osteggiare.

“La terre” al Cinema Ritrovato 2022

Il Cinema Ritrovato segue ormai da anni il lavoro di restauro e riproposizione dei film di André Antoine, regista che forse più di tutti è riuscito a dedicare la sua produzione al naturalismo prendendo però spunto da opere letterarie note e canonizzate. La Terre di Émile Zola (1888) è qui un ennesimo spunto per rappresentare la vita contadina e la spietatezza degli uomini. Come in Italia il Mazzarò di Verga (La roba del 1880),

“Dans la nuit” al Cinema Ritrovato 2022

Dans la nuit – forse l’ultimo film muto francese uscito al cinema – è l’unica opera da regista di Charles Vanel, qui anche attore protagonista insieme alla compagna di tanti film Sandra Milowanoff. Se il passaggio dalla recitazione alla regia non è certo un unicum, stupisce come Vanel sia stato in grado di creare un film completo e strutturato curando anche la sceneggiatura. L’occhio del regista è attento a catturare la quotidianità della vita di miniera, omaggio al padre, e della gente semplice in generale. Ma la maniera, come sapeva, poteva anche essere molto pericolosa e così l’interesse quasi documentario trasforma la cava in un personaggio vivo e attivo nello sviluppo la narrazione. 

“La Femme de nulle part” al Cinema Ritrovato 2022

Louis Delluc ed Ève Francis sono una delle coppie più belle del cinema muto e li ritroviamo, uno nel ruolo di regista e l’altra come attrice principale, finalmente al Cinema Ritrovato 2022 in La Femme de nulle part. Difficile immaginare che inizialmente doveva esserci Eleonora Duse al posto della Francis che dovette però rinunciare per motivi di salute. La vicenda si muove tra linee temporali diverse e segue il tema del doppio e della specularità. Ci sono due donne: un’anziana signora, che torna alla sua villa della giovinezza decenni dopo essere scappata con il suo amante, e una giovane moglie, che sta vivendo una situazione analoga proprio in quelle ore.

“Protéa” e le avventure del trasformismo

Prima di Musidora e Pearl White un’altra stella illuminava il cinema d’avventura: Josette Andriot. Il Cinema Ritrovato 2022 porta sul grande schermo le avventure di Protéa (1913), una intraprendente spia alle prese con un caso di sicurezza nazionale. Siamo nel regno di Messenia e i due paesi vicini, Celtie e Slovonia, hanno firmato un trattato segreto che potrebbe avere conseguenze pericolosissime per il paese. Chi se non la giovane spia potrebbe scongiurare il pericolo? Assieme al compare Anguilla, Protéa si infiltrerà con mille travestimenti e colpi di scena all’interno del regno nemico per recuperare il documento.

“Tu m’appartiens!” al Cinema Ritrovato 2022

Rudolf Klein-Rogge (il mitico Dr. Mabuse) e Francesca Bertini; echi de i Miserabili di Hugo conditi da un’atmosfera noir. Tu m’appartiens! è una delle riscoperte del Cinema Ritrovato, un film che fin dai primi minuti riesce a catturare lo spettatore che si ritrova di fronte a domande infinite che faticano a trovare risposta. Chi è il protagonista e perché è ricercato dalla polizia? Chi è la donna che gli sta dando la caccia? Farà parte anche lei della polizia? E l’uomo misterioso che pattuglia i dintorni è amico o nemico?

“I figli di nessuno” al Cinema Ritrovato 2021

Forse perché si veniva dal famoso biennio rosso del ‘19/’20 culminato con l’occupazione delle fabbriche, forse perché le idee politiche stavano cambiando, con I Figli di nessuno si assiste a uno strano mischione melenso, con protagonista Leda Gys, in cui l’insegnamento di fondo è sostanzialmente: va bene protestare ma continuate a lavorare perché i padroni sono buoni e sapranno ascoltarvi. Vista la marcia su Roma del 1922 e il significato che il termine “balilla” andrà ad acquisire, fa un certo effetto vederlo spiattellato come soprannome di un personaggio. Il riferimento era in realtà ad un giovane genovese che verso la fine del ‘700 aveva dato inizio, secondo la tradizione, ad una rivolta contro gli asburgici diventando poi simbolo del giovane impegnato e ardito. 

“L’Arlésienne” al Cinema Ritrovato 2021

Con L’Arlésienne Antoine sembra portare sul grande schermo i valori della semplicità della vita agreste contrapposti a quelli della vita mondana di città. Eppure sembra a tratti esserci una rottura o un giudizio personale negativo da parte di Antoine. Uno dei personaggi, quando si paventa l’ipotesi di celebrare comunque il matrimonio tra Frédéri e la ragazza di Arles, arriva a dire che preferisce di gran lunga la morte del ragazzo al disonore che tale situazione avrebbe portato. La morte avviene ma non si mette in dubbio la sua giustizia o meno. I valori hanno di fatto vinto ma il prezzo è stato la morte di un giovane che, come un novello Icaro, si è avvicinato troppo alla vita di città finendo per precipitare.

“Il carretto fantasma” e il cinema ectoplasmatico

Il carretto fantasma è un film cardinale all’interno della produzione svedese ed è stato anche quello che ha saputo aprire le porte di questi film verso l’estero. Dalla seconda metà degli anni ’10 il cinema locale era andato infatti raggiungendo vette sempre maggiori, ma solo di rado aveva lasciato la patria complice, secondo Idestam-Almquist, l’opposizione nei confronti di film stranieri durante il periodo bellico. Questo è però un momento magico perché, complice l’apertura de nuovi studi Svensk Filmindustri a Råsunda, nel nord di Stoccolma, è finalmente possibile osare di più a livello sperimentale. Victor Sjöström può quindi girare Il carretto fantasma senza dover scendere a compromessi per dare libero sfogo alla sua espressività.

‘La scala di servizio’ al Cinema Ritrovato 2021

Inquadrare La scala di servizio all’interno di una corrente specifica è piuttosto complesso perché per certi versi esso è uno e trino. Figura centrale in questo quadro è Carl Mayer, personaggio estremamente versatile e alla continua ricerca di nuove soluzioni formali avendo sceneggiato in passato Il Gabinetto del Dr. Caligari e avrebbe poi lavorato con Murnau per opere fondamentali tra cui L’ultima risata ma anche in lavori avanguardistici come Berlino: Sinfonia di una grande città del 1927. Nel 1921 escono due opere fondamentali per la definizione del Kammerspiel cinematografico: La rotaia di Lupu Pick e, appunto, La scala di servizio. Quest’ultimo, però, mantiene ancora un contatto con l’espressionismo in alcuni elementi.

“I raggi Z” al Cinema Ritrovato 2021

I raggi Z è un titolo molto evocativo che porta alla mente eventuali risvolti fantascientifici ed improbabili pensieri legati a b-movie o anime giapponesi e robot indistruttibili. Ma la storia è totalmente diversa da quanto potremmo aspettarci anche se comunque piuttosto sorprendente. Il finale è purtroppo mutilo e quindi ignoriamo cosa siano i raggi z del titolo (forse qualcosa collegato a una macchina fotografica che stava per essere messa in azione poco prima dell’interruzione?) e come si sarebbe risolta la situazione intricata tra i vari personaggi. Sappiamo però, da una sinossi d’epoca, che Gigetta avrebbe poi sposato uno dei dipendenti di Bruniquel liberandolo così dall’incubo di venir scoperto.

Bologna, 120 anni fa

Dando un occhio ai programmi è davvero affascinante scoprire cosa vedessero gli spettatori di questo primordiale cinema bolognese, così come scoprire il prezzo di una proiezione (30 centesimi di lire) e sapere anche il nome del pianista che li avrebbe accompagnati, il Maestro Giulio Pennini. Questi ritrovamenti meritavano una celebrazione speciale, così, trovato il programma, si è pensato di recuperare anche un proiettore d’epoca per calare ancora di più l’occasione in un contesto d’epoca. Ebbene cosa vedevano a Bologna 120 anni fa? La serata non prevedeva fiction ma riprese dal vero, principalmente delle marce o scene di massa. Ma nell’incanto del vedere in azione un proiettore a manovella bisogna dire che il contenuto era decisamente accessorio all’esperienza stessa.

“Die Ratten” di Hanns Kobe al Cinema Ritrovato 2021

Siamo nel 1921 e in una Germania cinematografica sempre più indirizzata verso l’espressionismo qui troviamo un film ancorato al passato ma che parrebbe essere un anello di congiunzione tra il naturalismo e la successiva nuova oggettività cinematografica. Le tinte sono fosche e l’intento è quello di catturare la realtà come realmente è, ovvero brutale e spietata, ma allo stesso tempo amplificando le storture con l’uso di un trucco molto marcato. Quest’ultimo, si concentra sul creare un contrasto molto marcato tra bianchi e neri nei volti di taluni personaggi.

“La belle dame sans merci” al Cinema Ritrovato 2020

L’idea della bella dama senza pietà ritorna nella letteratura e nel cinema. All’epoca del muto era una tematica ricorrente e la stessa Dulac aveva in parte affrontato il poco tempo prima con La Fête Espagnole, che partiva però da una sceneggiatura di Louis Delluc. In La belle dame sans merci la Dulac cura sia la regia che la sceneggiatura e, al solito canovaccio del genere, aggiunge un elemento di novità dato da un secondo personaggio femminile che emerge per positività e compostezza. La Dulac non è mai banale nella costruzione delle sue vicende e anche qui riesce a dare il suo tocco personale a quello che forse è il suo film “più tradizionale”. 

“La Fête espagnole” al Cinema Ritrovato 2020

La Fête espagnole è un progetto in eterno divenire più volte presentato durante il Cinema Ritrovato sempre in veste rinnovata e più completa ma allo stesso tempo molto lontana da quella originaria. La particolarità di questa pellicola deriva dall’unire due grandissimi sperimentatori e teorici di cinema: Germaine Dulac, qui alla regia, e Louis Delluc, autore della sceneggiatura originale. Punto di raccordo si trova nell’attrice protagonista, Ève Francis, protagonista e moglie dello stesso Delluc. Come suggerisce il titolo la storia si svolge in Spagna durante una festa indiavolata per le vie della città.

“Die Spinnen” di Fritz Lang al Cinema Ritrovato 2020

È tornata Musidora? L’illusione c’è nelle prime scene de Il Lago d’oro ovvero i ragni, il primo capitolo della serie in tre parti Die Spinnen diretta e sceneggiata da Fritz Lang. Una misteriosa banda di malviventi, dall’evocativo nome “I Ragni”, scopre che il pilota Kay Hooh (Carl de Vodgt) sta andando alla ricerca di una zona del Sud America dove gli Inca sarebbero sopravvissuti assieme a grandi ricchezze. Eroe e malviventi partono allora alla ricerca della ricchezza nascosta ma scopriranno presto che ottenerla non sarà per nulla facile. A guidare I Ragni troviamo la misteriosa Lio Sha (Ressel Orla), una sosia di Musidora che non spicca per simpatia, intelligenza e arguzia come l’originale, ma che cercherà in tutti i modi di mettere i bastoni tra le ruote al protagonista.

“Anna Bolena” di Ernst Lubitsch al Cinema Ritrovato 2020

Anna Bolena è una donna che bene o male è entrata nell’immaginario di tutti, sia per essere, in parte, responsabile dello scisma anglicano sia per la sua tragica fine. Nel 1920 Ernst Lubitsch decide di dedicarsi a un dramma in costume a lei dedicato lasciando da parte le commedie che lo avevano reso celebre. Inutile dire che dei momenti comici sono comunque presenti nel film, in particolare legati alla figura di Enrico VIII, interpretato da uno splendido Emil Jannings. In questa versione romanzata, troviamo una Anna Bolena (Henny Porten) che lotta tra il desiderio di ottenere la corona inglese e il suo amore per Sir Norris. La storia la conosciamo, Anna sceglierà il regno ma alla fine perderà i favori del Re e anche la testa.

I film di Aleksandra Chochlova al Cinema Ritrovato 2020

Aleksandra Chochlova ebbe una attiva e proficua collaborazione con il marito Kulešov sia come assistente che come attrice nei suoi film. L’occasione per la Chochlova di dimostrare le sue doti registiche in solitaria avviene nel 1929 con il benestare dello scrittore Viktor Borisovič Šklovskij che le propose di adattare tre dei suoi racconti. Il primo è Delo s zastežkam (it. Il caso dei fermagli), una critica feroce alle contraddizioni della borghesia pre-rivoluzionaria. Tra tutte spicca la loro religiosità di comodo legata più che altro alla speranza di un vantaggio futuro e al fatto che la chiesa “è il posto dove è più facile cambiare le banconote”. Nel film troviamo tutta l’incomunicabilità tra proletari e borghesi, dove i secondi hanno tutto ma non vogliono dare nulla, mentre i primi faticano per non ricevere nulla.

“Finis Terrae”, un poema bretone

Sebbene oggi, grazie anche al successo internazionale di artisti come Alan Stivell, Yann Tiersen o più di recente Nolwenn Leroy, ci sia una maggiore sensibilità e questa cultura sia stata riscoperta, gran parte di quello che c’era è andato perduto e uno dei modi per recuperare tutto questo passa proprio attraverso la cinematografia.  Finis Terrae di Epstein ne è sicuramente un esempio perché, prima ancora di Man of Aran o La Terra Trema, il regista decise di raccontare un popolo attraverso di esso, utilizzando come attori solo persone del posto. Proprio per questo il film è un documento incredibile perché, per certi versi, è una storia locale fatta da locali, che cristallizza una cultura in un momento storico ben definito. La situazione è ancora più particolare perché le vicende sono ambientate a Ouessant che, essendo un’isola, risulta ancora più isolata e legata alla tradizione. La trama è quasi assente, è un pretesto per imprimere su pellicola gli splendidi paesaggi naturali e il cuore di un popolo.

1919, il prezzo delle proprie certezze

Non sempre è bene avere convinzioni inossidabili, perché potrebbe rivoltarsi contro di voi. Cosa fareste se vostra moglie vi tradisse per un altro? Il protagonista de La maschera e il volto (1919) non ha dubbi: ucciderebbe immediatamente la traditrice. Ancora più dura la lezione che ha dovuto imparare il Pubblico Ministero Brückner, grande sostenitore della pena di morte in Misericordia. Cosa fare se ad essere accusato è tuo figlio e non più un perfetto sconosciuto? Cosa ne sarà dei saldi principi di vendetta se in fondo ti senti responsabile per aver negato aiuto a tuo figlio quando ne aveva bisogno? Tante storie, un unico anno e un filo conduttore per ragionare sui diritti e sulle conseguenze di avere una forma mentis chiusa e reticente al cambiamento. La rassegna dei film del 1919 è stata un modo per parlare ancora una volta di attualità, di far ragionare attualizzando storie del passato che tornano prepotentemente attuali sotto gli occhi dello spettatore.