Archivio

filter_list Filtra l’archivio per:
label_outline Categorie
insert_invitation Anno
whatshot Argomenti
person Autore
remove_red_eye Visualizza come:
list Lista
view_module Anteprima

“L’ultima luna di settembre” e lo squarcio sul sogno

L’ultima luna di settembre cala lo spettatore in un mondo alieno, cadenzato da ritmi compassati, incompatibili con la frenesia urbana. I morbidi movimenti di macchina, che seguono inebriati i paesaggi naturali, e la rilassante dilatazione temporale ci pongono di fronte al sogno di un’esistenza spiritualmente piena che il caos della metropoli rende ormai impossibile. Però si tratta pur sempre di un sogno, uno squarcio nella quotidianità destinato a ricucirsi.

“The Store” e la società dei consumi

La regista svedese tocca i tasti giusti mostrando come l’ossessione per la produttività trascini verso il basso le condizioni di lavoro, trasformando la vita degli operai in un inferno psicotico basato sulla competizione tra colleghi. Nonostante lo scenario inquietante Ami-Ro Skold lascia, forse ironicamente, le porte aperte ad un modello diverso e sostenibile, rappresentato dalla comune organizzata dai senzatetto. Una società che vive grazie agli scarti del supermercato e che diviene preferibile a quella civilizzata.

“Il Gattopardo” e il tormento della morte

Nel Gattopardo la morte fa capolino da ogni angolo, a partire dalla prima scena in cui il ritrovamento del cadavere di un soldato interrompe la preghiera collettiva della famiglia Corbera. Sbuca dai degradati vicoli di Palermo che il principe di Salina percorre ogni tanto, come per ricordarsi le forme della realtà. Emerge dalle, seppur pochissime, scene di guerra in cui le camice rosse avanzano per la Sicilia. Una morte che tormenta il protagonista fino alla fine del film.

“Coma” e l’angoscia per il futuro

Bertrand Bonello è tornato in sala, anche se in Italia per soli tre giorni, con un film coraggioso e originale. Coma si colloca alla fine di quella che il regista ha definito la “trilogia della giovinezza” dopo Nocturama e Zombi Child e riflette ancora una volta sul mondo lasciato alle giovani generazioni, annunciando, forse, la fine di un’epoca. Un film criptico, intelligente e pieno di spunti che senza moralismi affronta le angosce del presente.

“Silent Land” e l’umanità sommersa

Il film di Aga Woszczynska è un attacco diretto, critico, spietato allo zeitgeist del nostro tempo, una riflessione pessimista, forse si potrebbe dire persino nichilista, sullo stato di salute della nostra umanità il cui ultimo barlume sembra essere il patetico senso di colpa di Adam a seguito dell’incidente. Quello che resta sono solo i fantasmi che progressivamente si accumulano sulla nostra coscienza.

“Un sogno più lungo della notte” e la straziante richiesta di libertà

Il secondo e ultimo lungometraggio di Niki de Saint Phalle è un trionfo di fantasia e colori, un’esplosione di creatività che ridicolizza in esperimenti grotteschi ed esagerati la società capitalista espressione del potere patriarcale. Un’opera che riflette, attraverso la sua esuberanza, l’iperattività dell’artista francese, alla continua ricerca di nuovi modi di esprimersi. Infatti, dalla pittura alla scultura, passando per l’architettura, Niki de Saint Phalle ha raccontato se stessa e la donna.

“Blow Out” e il culto dell’eccesso di De Palma

Pur apparendo come un thriller classico e ben strutturato, il film si distingue per una certa tensione comica, perfettamente in linea con il culto dell’eccesso di De Palma che strizza l’occhio al soft porn e allo slasher, come testimonia la grottesca sequenza iniziale. Questa caratteristica dello stile del regista in Blow Out si declina attraverso l’esasperazione delle note drammatiche fino alla trasfigurazione nel loro opposto; espediente a cui contribuiscono anche le musiche splendide, ma emotivamente molto pesanti e spesso volutamente fuori luogo, di Pino Donaggio.

“After Work” dentro l’abisso del lavoro

After Work, con un’estetica pop e un ritmo cadenzato che ricorda quello delle macchine nelle fabbriche, mostra come il lavoro abbia assunto un ruolo centrale nelle nostre vite giungendo persino a rappresentarne lo scopo ultimo. Il sistema capitalistico è diventato così pervasivo da mutare lo spirito stesso dell’essere umano, plasmandone volontà e desideri, giungendo ad un grado di alienazione così preoccupante che siamo noi stessi a costringerci al lavoro senza il bisogno di una coercizione esterna.