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“Mixed by Erry” e l’epica del cinema italiano
Mixed by Erry , inoltre, affronta apertamente un tema che negli altri film restava sottotraccia, il disorientamento difronte ai cambiamenti – tecnologici e/o sociali – al cospetto dei quali è necessario reinventarsi. Viene facile affiancare lo sforzo che fanno i protagonisti di questo film per reagire alle innovazioni tecnologiche allo sforzo che Sydney Sibilia e Matteo Rovere continuano a fare da diversi anni per proporre un cinema italiano nuovo, più in linea con la produzione internazionale.
“Scene da un matrimonio” 50 anni fa
L’11 aprile 1973 la SVT2, il secondo canale svedese, trasmette il primo episodio di Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman, serie che per le successive sei settimane avrebbe tenuto compagnia al pubblico televisivo. A cinquant’anni dalla sua messa in onda forse il lato più interessante è proprio interrogarsi sulla capacità di Scene da un matrimonio, pur nella sua singolarità stilistica e narrativa, di presentarsi come racconto universale sulle relazioni umane e dunque di farsi modello per tante altre narrazioni.
“Bussano alla porta” e il dilemma dell’ambiguità
Con Bussano alla porta (2023), adattando un romanzo di Paul G. Tremblay, Shyamalan opera sull’immaginario biblico. È quindi un film che per tutta la sua durata lavora tanto con il simbolismo e l’allegoria, con diversi gradi di intensità: talvolta la derivazione biblica è appena suggerita, altre volte sono le immagini e le parole dei personaggi ad esplicitare che ciò che stiamo vedendo è una lettura in chiave moderna di narrazioni più antiche e radicate.
“Babylon” speciale III – La fascinazione dell’immagine
Non stupisce che anche Babylon di Damien Chazelle si concentri sulle contraddizioni, già a partire da un incipit in cui esplodono l’eccesso e il grottesco dello star system degli anni Venti. Babylon, così come gli altri film di questo tipo, si può leggere anche come documento di storia del cinema, seppur tutt’altro che realistico, in grado di individuare quelli che sono stati gli sconvolgimenti produttivi di quella specifica epoca.
“Avatar – La via dell’acqua” speciale parte I – La famiglia come motore seriale
Se a livello estetico la filosofia è ancora quella di un cinema che sia esperienza di meraviglia e che riesca a riproporre un effetto di sbalordimento sul pubblico non troppo diverso da quello dei mondi fantastici di Georges Méliès, a livello narrativo le cose si fanno più complesse. Cameron non realizza un remake del primo film, ma introduce nuove tematiche e nuovi equilibri. Avatar – La via dell’acqua sposta l’attenzione dalla prospettiva generale ed epica del primo film alla dimensione più particolare e intima di questo sequel, in cui al centro della storia c’è il concetto di famiglia, tanto caro al cinema di Cameron.
“Pinocchio” e la disobbedienza come atto politico
Questa versione della storia è in generale un racconto di disobbedienza verso i padri, reali o figurati, che nella maggior parte dei casi rappresentano un esempio da cui allontanarsi: Pinocchio, che disobbedisce a Geppetto – un Geppetto estremamente umanizzato – che lo vorrebbe uguale al suo deceduto Carlo; Lucignolo che disobbedisce al padre fascista; infine Spazzatura, personaggio originale che si ribella ad un altrettanto originale Conte Volpe, fusione tra la volpe e Mangiafuoco. Pinocchio diventa non più un cattivo esempio da cui guardarsi, bensì un modello da seguire.
“Bones and All” tra solitudine e metafora queer
Il colpo di genio di Guadagnino – e della strategia promozionale intorno al film – sta nel sovvertire già dai primi minuti quelle aspettative e confezionare una formula che in mano a qualcun altro avrebbe potuto prendere una deriva disastrosa: Bones and all è un film che fa incontrare una storia d’amore con il cinema on the road, caratteristico della narrativa statunitense, e con l’horror, non un horror politico e sofisticato come Suspiria (2019), ma un horror molto più carnale, con rimandi a George Romero e a Il silenzio degli innocenti (1991) di Jonathan Demme.