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Cinema Ritrovato 2017: “Lucciola”, magia dello schermo colorato

Torniamo su Lucciola, film che possiamo classificare come dramma, a causa del suo finale tragico (la protagonista muore accoltellata), ma che ci strizza l’occhio in diverse occasioni nello svolgersi dei suoi 82 minuti, con momenti di pura e spesso fisica comicità, elargita come irrefrenabile istinto da parte dei personaggi del film: i saltelli di gioia di un corteggiatore grassottello, la disperazione di un altro espressa con il gesto di “strapparsi i capelli” pur essendo calvo, e infine la manifestazione dell’ atavica fame della trovatella Lucciola che riceve come omaggio da un “amoureux” una torta gigante accompagnata dall’ ironica didascalia “per lo stomachino di Lucciola”.

Cinema Ritrovato 2017: ancora su “Becoming Cary Grant”

“Everyone wants to be Cary Grant. Even I want to be Cary Grant” (“Tutti vorrebbero essere Cary Grant. Anche io vorrei essere Cary Grant”). Sotto la leggerezza e l’ironia di questa battuta, che Cary Grant pronunciava spesso – probabilmente suscitando risa e ammirazione negli astanti – si nasconde in realtà tutta la pesantezza del male di vivere di quello che il critico David Thompson definisce il “migliore e più importante attore della storia del cinema”.

Cinema Ritrovato 2017: “Io… e il ciclone”

Buster Keaton una volta disse: “Quando facevamo cinema, noi mangiavamo, dormivamo e sognavamo cinema”. Una passione ben visibile e convinta per la settima arte che trova il suo apice in forse una delle più celebri e celebrate opere del comico statunitense, Io…e il ciclone, che però rappresenta anche l’inizio del suo inesorabile ed inevitabile declino, essendo l’ultima pellicola prima di firmare un contratto con la major Metro-Goldwyn-Mayer, che avrebbe, da quel momento, fortemente limitato la sua fino a quel momento indiscussa libertà artistica.

Cinema Ritrovato 2017: “Blow-up” tra jazz e Swinging London

“Il nostro mondo più funesto apparirà, e sarà caro il disinganno quando tutto crollerà.” Riflettere su un classico del cinema contemporaneo come Blow-up partendo dal primo verso di una canzone dei Baustelle potrebbe apparire azzardato e indubbiamente anacronistico. Eppure Maya colpisce ancora, cattura alla perfezione quel senso ineluttabile per cui la percezione del reale è del tutto illusoria e la verità inafferrabile, che si coglie anche nel film di Antonioni. Un film in cui l’illusione, o la disillusione di realtà presente, è messa in atto attraverso richiami precisi tra cui la musica stessa.

Cinema Ritrovato 2017: “I vicini” e “Il capro espiatorio”

Alla fine del 1920, dopo Lo sciocco (primo film che vede Keaton separato dalla comicità più volgare di Roscoe Fatty Artbuckle) e una serie di fortunati e rinomati cortometraggi, I vicini è l’ultimo tra i cortometraggi girati quell’anno di cui Buster Keaton è sceneggiatore, regista e protagonista. Chiamato all’epoca (in Italia) “Saltarello” in questo cortometraggio riaffiorano alcuni suoi elementi caratteristici “dall’articolazione narrativa basata sull’equivoco” ad una serie di inseguimenti e capriole fortemente dinamici e omogenei.

Cinema Ritrovato 2017: Keaton in TV

Quest’anno il Progetto Keaton ha, grazie ad accuratissime ricerche, deciso di mostrare al pubblico la seconda vita di Buster dopo l’avvento del sonoro che lo aveva eclissato. Così lo si ritrova, un po’ invecchiato, al suo esordio in televisione in cui torna finalmente ad essere un attore. Nel dicembre del 1949 è ospite del programma televisivo americano Ed Winn Show, in voga a quei tempi, dove il presentatore e Buster ricostruiscono il primo sketch fatto nel 1917 con Roscoe Fatty Artbuckle.

 

Cinema Ritrovato 2017: “Voglio la testa di Garcia”

“Why? Because it makes me feel good, goddamnit!”. La crudeltà disillusa del cinema di Sam Peckinpah, regista osteggiato all’epoca per la sua atipicità e rivalutato postumo per il contributo fondamentale nel rinnovamento del western, raggiunge il suo punto terminale con Voglio la testa di Garcia, ultimo atto di un racconto sul genere che da Il mucchio selvaggio a Cane di paglia è riuscito a cristallizzare sullo schermo come pochi altri la radicalità della violenza umana.

Cinema Ritrovato 2017: “Rancho Notorious”

Rancho Notorious è una delle incursioni di Fritz Lang nel genere western, precisamente il terzo, ultimo e migliore. Questa copia proveniente da Cinevolution Studio per concessione di Warner Bros. e Park Circus permette agli spettatori del Cinema Ritrovato di apprezzare appieno le caratteristiche di un film caratterizzato da una grande fotografia ad opera di Hal Mohr, che sarebbe difficile ammirare altrimenti, “poiché fu distribuito dalla RKO e per anni non fu efficacemente protetto dal diritto d’autore, cosicché la maggior parte delle edizioni in videocassetta o Dvd erano caratterizzate da un colore estremamente sbiadito e al contempo troppo scuro.”

Cinema Ritrovato 2017: “Paris 1900” e Nicole Vedrès, pioniera del found footage

Uno dei filoni emergenti all’interno di quest’edizione 2017 del Cinema Ritrovato è l’attenzione per una specifica modalità narrativa che mette una riflessione sulla memoria, sulla storia collettiva e privata, sulla nostalgia e la distanza del tempo tipica dell’opera d’arte: parliamo del found footage, su cui, dopo averne dato conto negli esiti contemporanei di Bill Morrison, ci si interroga rispetto alle origini con una retrospettiva presentata in questi giorni di festival dedicata a Nicole Vedrès (1911-1965).

Cinema Ritrovato 2017: “Yakuza”

Guardando Yakuza (1974) riconoscerete all’istante lo stile dell’esordiente sceneggiatore Paul Schrader, che scrisse il film basandosi sul resoconto dell’esperienza in Giappone del fratello Leonard; trama e personaggi devono tutto alla sua filosofia dello scacco e della solitudine, la stessa che un paio di anni dopo troverà in Taxi Driver l’espressione più compiuta; “Yakuza. Il kana giapponese per questa parola è composto dai numeri 8, 9 e 3. In totale 20: un numero perdente nel gioco d’azzardo giapponese. È così che i gangster giapponesi, in un atto di orgoglio perverso, hanno chiamato se stessi..”

Cinema Ritrovato 2017: Thierry Frémaux e il secondo tempo del cinema

In una caldissima sera bolognese, complice la Sala Farnese di Palazzo D’Accursio e un pubblico rapito dalla proiezione di Monterey Pop in Piazza Maggiore, abbiamo incontrato Thierry Frémaux, Direttore dell’Institut Lumière di Lione e del celeberrimo Festival de Cannes. Come si diceva in Jules e Jim, l’avvenire, è dei curiosi di professione, e noi abbiamo azzardato qualche timida domanda sull’industria cinematografica, il Festival del Cinema Ritrovato e il futuro dei mestieri del cinema.

Cinema Ritrovato 2017: “Mukashi no Uta”

Tamizo Ishida torna sugli schermi del Cinema Ritrovato dopo la proiezione del suo capolavoro Hana chirinu. Mukashi no Uta, girato nel 1939, è ambientato nel periodo Meiji e mostra i cambiamenti sociali ed economici del Giappone a cavallo del Novecento. Il lento declino di uno dei simboli nipponici per eccellenza, il samurai, e l’ascesa della classe mercantile, sono viste attraverso gli occhi delle giovani protagoniste, una coppia di sorelle elettive della città di Osaka. Come per il film precedente, Ishida crea una contaminazione tra dramma sociale e personale ed elementi storici.

Cinema Ritrovato 2017: “A mosca cieca”

Tra gli innumerevoli meriti del Cinema Ritrovato spicca l’attenzione dedicata alle pellicole scomparse che, attraverso il restauro, possono tornare a respirare l’aria delle sale a cui erano state sottratte. Vittoria di questa amorevole archeologia è il recupero di A Mosca Cieca di Romano Scavolini, film del 1966 che innumerevoli problemi con la censura italiana avevano condannato all’oblio.

Cinema Ritrovato 2017: Colette, ispirata e ispirazione

Continuiamo con un secondo dossier sul rapporto tra Colette e il cinema. Nella rassegna dedicata a Colette, due sono i titoli che spiccano per interesse. Nel primo per il suo rapporto con la protagonista, nel secondo in quanto il soggetto e la sceneggiatura sono firmate da lei.

Cinema Ritrovato 2017: “Secondo amore”

Secondo amore è il secondo dei melodrammi girati da Douglas Sirk negli anni Cinquanta per la Universal, arriva solamente un anno dopo Magnifica ossessione, riprendendo la stessa coppia di protagonisti: Jane Wyman e Rock Hudson. Lei interpreta Cary Scott, vedova dell’upper class americana che s’innamora di Ron Kirby, il prestante giardiniere di diversi anni più giovane. Questa storia d’amore in Technicolor 35 mm parte in maniera intensa e travolgente, pare non ci possa essere nulla al mondo che possa metterla a repentaglio; la macchina da presa di Sirk assume la visione incantata dell’amore della donna, ben presto però sorgeranno i primi grandi problemi legati al divario sociale tra i due.

“Break up – L’uomo dei cinque palloni” come nuovo classico

I titoli di testa del film: serigrafie automatiche in nero e bianco con tratti grossi e decisi si stampano sullo schermo anticipando il ritmo dei pistoni delle macchine industriali delle scene successive. Si tratta di un film che è stato visto pochissimo e che rappresenta per la storia del cinema un ritrovamento di grande importanza, una lieta sorpresa che il passato ci ha riservato, destinata ad aggiungersi alla lista dei favoriti di sempre. Nonostante una troppo lunga assenza, questo film è certamente ancora in tempo per diventare un classico.

Cinema Ritrovato 2017: “Bella di giorno”

Già due anni prima di Bella di giorno, nel 1965, Roman Polanski aveva evocato in Repulsion la doppia vita dell’erotismo di Carol – interpretata, non a caso, dalla stessa Deneuve – in un gioco di eco e parallelismi, dove è Buñuel a toccare le più ambigue corde del femmineo. Passando dalla sua più sublime, quasi beatifica manifestazione a quella più sordida e bassa, Bella di giorno ingabbia lo spettatore inizialmente nel piacere onirico dei protagonisti e poi nella brutalità di un eros che sconfina nel grottesco; ma ciò che rende quanto più reale e vicina l’esperienza di Severine è proprio questo: lo sradicamento delle pulsioni, il contrasto tra l’effimero e l’eterno, l’animo e la carne.

Cinema Ritrovato 2017: “Die Kleine Veronika”

Nella rassegna Ritrovati e Restaurati sono stati proiettati, attraverso l’uso di due differenti lanterne a carbone, una serie di cortometraggi, alcuni originari austriaci ed altri francesi che hanno fatto da “preludio alla visione di Die kleine Veronika. Nel primo programma i film, tutti facenti parte del primo decennio del Novecento, sono stati proiettati usando un proiettore a manovella di proprietà di Nikolaus Wostry. Il proiettore a carbone, risalente anch’esso all’inizio del novecento, è progettato in modo tale da ottenere un’illuminazione perfetta senza ombre.

Cinema Ritrovato 2017: “Ragazze in uniforme”

Quando pensiamo a film interamente dedicati al desiderio femminile, specialmente omoerotico, difficilmente possiamo immaginare che il primo esempio dati 1931 e si situi nel contesto tedesco tutt’altro che libertario dell’ascesa nazista. Eppure questo è accaduto con Ragazze in uniforme (Mädchen in Uniform), opera prima di Leontine Sagan, tratto dall’opera teatrale di Christa Winsloe, proiettato in questi giorni nella rassegna dedicata a Colette al Cinema Ritrovato 2017 (la scrittrice scrisse i sottotitoli per la versione francese).

Cinema Ritrovato 2017: “Addio giovinezza!”, versione 1927

Alcuni giovani rampolli, di famiglie benestanti, spensierati e belli (non proprio tutti) lasciano le loro famiglie per andare all’Università. Sono le nuove matricole. È questo l’incipit di Addio Giovinezza!. Un film intriso di tristezza dove è ben evidente la gerarchizzazione sociale che fa da sfondo alla storia d’amore tra l’aitante Mario e l’ingenua Dorina: convinta di poterlo tenere vicino a sé per tutta la vita perché l’ama e gli rattoppa il guardaroba.