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“F for Fake” e la verità del falso
F for Fake intreccia un numero di temi wellesiani imponente: dal rapporto ambiguo con Hughes dai tempi di Quarto potere (la seconda personalità che si agitava sotto la prima, Hearst, nel personaggio di Kane) al piacere del vero/falso (It’s All True), all’ossessione per la magia e l’inganno o, meglio, per il cinema come arte della contraffazione poetica. Si ribadisce la forza provocatoria del progetto di Welles, ancora oggi impareggiabile esempio di teoria del falso anche prima della esplosione comunicativa postmoderna.
La scommessa del cinema in sala nel 2023
Questa è la scommessa. O un’Italia dove il cinema in sala vivrà bene esclusivamente in centri urbani/metropolitani, magari in città universitarie del centro-nord, con un’ampia fetta di consumi culturali guidati da ceti di classe medio-alta (mentre il resto del Paese sarà punteggiato da rari multiplex in periferia e basta); oppure un’Italia dove non solo si blocca la lenta erosione di schermi ma si rilancia la cultura della sala con una serie di iniziative massicce, penetranti ed esclusive, che mescolino strategie immediate e piani a medio-lungo termine
Che cosa ci aspetta dopo le vacanze?
Già, che cosa ci aspetta dopo le vacanze? Al momento in cui scriviamo fine di luglio, la situazione è curiosamente sospesa tra un’evidente, speranzosa euforia e un pessimismo cosmico. La prima è stimolata dai film (il “prodotto”, lo chiamerebbe l’industria). Sono pronti centinaia di lungometraggi – spesso di alta qualità e di autori importanti – per la prossima stagione cinematografica. Il perché è noto: ai film già pronti congelati da tempo (Nanni Moretti. Wes Anderson, James Bond, ecc.) si sono aggiunti i tantissimi film girati in pandemia – o meglio nelle pause tra le varie ondate e grazie ai nuovi protocolli sanitari che hanno in parte blindato i set. Ci troveremo, insomma, in una situazione di esplosione distributiva quasi da dopo-guerra. Evviva.
Tornare al cinema nel 2021
La paura in questi mesi è che il pubblico si sia assuefatto alla programmazione delle piattaforme. Ma questa può avere anche effetti benefici: chi ha deciso di guardare i film di Cinema Ritrovato – Fuori sala è un tipo di pubblico che andrà anche e soprattutto a vedere film in sala, vecchi o nuovi che siano. Inoltre, il cinema in sala è un’attività che i sociologi chiamano outdoor, e che quindi va inserita in quelle pratiche sociali, dal ristorante allo sport, dalla festa in casa di amici alla passeggiata al parco. Il cinema rientrerà facilmente tra queste attività perché offre gratificazioni relazionali, psicologiche e sociali, oltre che culturali. Che sul divano di una casa non si trovano.
I festival salveranno il cinema
Forse ci vorrebbe il punto interrogativo alla fine del titolo. Eppure ne siamo convinti. Dopo la presentazione di Venezia 2020 e Cinema Ritrovato 2020 (rispettivamente alla 77esima e alla 34esima edizione), ci pare di annusare un entusiasmo superiore al solito. I due festival condividono tra l’altro una sezione – Venezia Classici – che quest’anno verrà ospitata nel suo habitat più naturale, Bologna, a suggellare il gemellaggio tra le due manifestazioni Il cartellone di Venezia risulta al tempo stesso un po’ ermetico e molto suggestivo; mentre il Cinema Ritrovato, cambiando date e rinunciando a molti accreditati internazionali, avrà sicuramente un volto diverso dal solito. Tuttavia, questi cambiamenti sono inferiori al senso simbolico che – a fine estate – entrambi rivestiranno per la cultura cinematografica e per la promozione del cinema in sala.
Fenomenologia del cinema all’aperto
Ora che a luglio riaprono le arene (come ogni anno, ma con un lieve ritardo e dopo mesi in cui nessuno si immaginava che si potesse fare), anche il consumo cinematografico dovrebbe ricominciare a respirare. Certo, anche il 10% delle sale ha riaperto, ma quelle del circuito di qualità in gran parte chiudevano comunque e i multiplex non hanno nuovi prodotti da offrire al pubblico – anzi, i pochi film previsti per luglio sono slittati oltre Ferragosto. Sebbene le arene non siano tutte gestite da esercenti di sale, e sebbene non possano fare altro che tamponare una crisi di settore che dovrà trovare sbocco a settembre (pena l’estinzione di una buona percentuale degli schermi nazionali), questi luoghi all’aperto sono preziosi e aiutano tutto il settore.
“Svengali” e l’espressionismo americano
Svengali (Archie Mayo, 1931, con John Barrymore) è uno dei più importanti film americani degli anni Trenta. Incredibilmente risulta inedito in Italia, se non in DVD fuori catalogo, e poco citato dagli studi sui film hollywoodiani. Si tratta di un caso davvero raro. Ci troviamo di fronte a un film ibrido e particolare, che concentra in sé le caratteristiche del miglior cinema muto, in particolar espressionista, e gli elementi di maggior funzionalità del cinema americano, compresi collaboratori e attori. A ben pensarci, infatti, questa storia di sopraffazione e plagio sembra uscita dal perfetto manuale del buon Espressionista. Come il Caligari, come il rabbino creatore del Golem, come lo scienziato della Maria di Metropolis, come Faust, anche Svengali è un uomo irrazionale e dominante, che punta a soggiogare le proprie vittime attraverso magia nera e trucchi ottici.
Quanto ci mancano i brutti film
Sembra impossibile parlare di cinema a mente sgombra, in questi giorni. Troppe le preoccupazioni che si affastellano nella testa dei cinefili, ovviamente più importanti di qualsiasi prodotto per lo schermo. Finché la situazione non migliorerà (e sarà dolce rileggere queste righe quando saremo fuori dalla fase più acuta della crisi sanitaria), è molto difficile sollevare lo spirito, tuttavia ci proviamo con un intervento semi-serio sul “cattivo cinema”. E in fondo è simpatico che siano stati regolarmente attribuiti i Razzie Awards, quei premi ironici e surreali, concepiti come gli anti-Oscar, che offrono allori proprio ai titoli più esecrabili usciti durante l’anno.
Il cinema del 2020
Scriviamo queste righe mentre le sale vengono scosse dall’atteso arrivo messianico di Checco Zalone, con incassi spaziali. Ma tutto il cinema italiano si sta comportando molto bene, grazie a Garrone (che ha saputo parlare al pubblico dei bambini con un film totalmente “garroniano”), a Ficarra e Picone e anche a Ferzan Ozpetek (destinato al suo migliore incasso da tempo). In generale, è stata un’ottima annata anche per il cinema d’autore e per il cinema di qualità, grazie ai buoni risultati di Polanski, Allen, Bong, Bellocchio, Schnabel, Almodóvar e molti altri. Si consideri poi che si è assottigliata la divergenza distributiva tra cinema spettacolare e cinema “di qualità”, se si pensa a come Tarantino o Joker in molte città siano stati offerti sia nei multiplex sia nei circuiti d’essai.
Un ricordo di Franco
L’uomo che amava il cinema. Prima ancora che studioso di levatura internazionale e professore amatissimo dagli studenti cui insegnava la cultura (e la passione) dei film, Franco La Polla era un intenditore. Sapeva trarre dalle proprie visioni quel che un sommelier riconosce nei buoni vini, e con altrettanta severità, era in grado di separare chiaramente le opere buone da quelle cattive, valutare le annate di pregio e le stagioni scadenti, riconoscere i piaceri ben invecchiati contro quelli inaciditi. Insomma: se un cinefilo si riconosce dai suoi gusti, allora La Polla era il più affidabile degli esegeti.
Il cinefilo va in vacanza
Ce ne andiamo in ferie per un mesetto. Cinefilia Ritrovata ha pubblicato oltre mille articoli negli ultimi undici mesi, ed è “un po’ stanchina”. Riapriremo i battenti lunedì 26 agosto per la nuova stagione, e comincerà ovviamente (ma non solo) con la Mostra del Cinema di Venezia, seguendo sia Venezia Classici (nostro pane quotidiano) sia altre proiezioni o sezioni vicine alla nostra sensibilità. Al tempo stesso – pur essendo un’estate di cinema senza interruzioni – la vera stagione riprenderà con le uscite del 22 agosto, e subito dopo saremo inondati di film, di cui daremo conto. Per non parlare della circuitazione più legata alla storia del cinema, e senza dimenticare il lavoro su approfondimenti e archivi che arricchirà come sempre il nostro sito.
Ferie d’agosto
No, non è un post sulla pur intelligente commedia di Paolo Virzì ma solo l’annuncio che anche quest’anno ci prendiamo alcune settimane di sosta, pronti a tornare forti come mai con i nostri inviati dalla Mostra del Cinema di Venezia. Visto il cartellone che Alberto Barbera e i suoi selezionatori sono riusciti a mettere in piedi (almeno sulla carta), ci sarà di che divertirsi. Come al solito seguiremo principalmente Venezia Classici (dove peraltro troveremo anche alcuni film restaurati dall’Immagine Ritrovata) ma faremo ampie incursioni nelle varie sezioni, privilegiano opere riconducibili all’ambito cinefilo e con una particolare attenzione al cinema italiano.
Aspettando il Cinema Ritrovato 2018
Quando arriva il Cinema Ritrovato ci schieriamo in forze, ed ecco perché leggerete dal 23 giugno ai primi di luglio un numero enorme di articoli, vergati dalle nostre firme consuete, con l’aggiunta di alcuni guest critics, di alcuni esperti di sezioni collaterali altrimenti a rischio di oblio, e di alcune firme giovanissime per l’apposito spazio dei futuri critici. La XXXII edizione metterà a dura prova le capacità dei collaboratori, che dovranno correre da una sala all’altra per coprire in poco più di una settimana centinaia di proiezioni. Il Cinema Ritrovato è in fondo il nostro primo interlocutore, l’azionista, il contesto in cui nascemmo come testata, che pure nel tempo ha allargato il proprio raggio d’azione molto al di là delle singole attività della Cineteca di Bologna.
Quel che siamo e quel che saremo nel 2018
Apriamo il nuovo anno senza troppi bilanci. Non li amiamo, e pensiamo di aver comunicato a sufficienza le novità della nostra testata nel 2017, prima fra tutte la nuova grafica – e il nuovo sistema di archiviazione. Nel 2018 rafforzeremo i nostri punti di forza, quello cioè di essere un giornale online che è sostenuto da una Fondazione (la Cineteca di Bologna) a statuto privato ma a vocazione pubblica. E quello di avere un editore, però, che non ci ha chiesto di fare pubblicità alle sue iniziative ma di sviluppare a largo raggio un discorso critico e cinefilo, oltre che di scoprire e valorizzare nuove firme e nuovi collaboratori.
“A ciambra” come culla del cinema italiano
La candidatura italiana di A Ciambra, come film che rappresenterà il nostro Paese agli Oscar (nella speranza di finire nella lista dei veri candidati per marzo 2018), è molto più che un riconoscimento puramente dimostrativo. Dopo la sfortunata storia di Non essere cattivo (che per molti motivi non poteva fare molta strada), il film di Jonas Carpignano è probabilmente ancora più opportuno del pur significativo Fuocoammare per correre agli Academy Award, e rappresenta un’opzione estetica identitaria.
Che cos’è un festival? Aspettando Venezia
Cinefilia Ritrovata sbarca a Venezia, dove dai prossimi giorni darà conto di alcuni film scelti tra i tantissimi in programma alla Mostra del Cinema. Ovviamente Venezia Classici farà la parte del leone (o del Leone, se preferite). Nulla di cui stupirsi: il cinema ritrovato e restaurato è sempre il nostro orizzonte cinefilo. Contemporaneamente, però, non mancheremo di aprire lo sguardo su alcuni film al di fuori di questa sezione o altri oggetti che gravitano tra storia del cinema e film d’archivio,
In nome di Jerry Lewis
Dedichiamo l’editoriale di riapertura di Cinefilia Ritrovata (dopo la breve pausa estiva), a Jerry Lewis, scomparso nelle scorse ore. Non possiamo farne a meno, non soltanto per il dovere che critica e storiografia del cinema hanno nei cofnronti di uno dei più rilevanti autori e artisti della settima arte, ma anche perché mette pienamente in gioco la cinefilia. Chi altri, infatti, se non la critica cinefila ha saputo – in barba alle noiose gerarchie sospettose nei confronti del comico – trasformare Lewis in una figura decisiva per il Novecento cinematografico americano e per la comprensione del gesto filmico?
La cinefilia (non) va in vacanza
Poche righe per salutare i nostri lettori visto che Cinefilia Ritrovata si prende tre settimane di vacanza, per ripartire di slancio il 21 agosto con il primo editoriale della nuova stagione. Approfittiamo per un piccolo bilancio e qualche anticipazione per il futuro. Venezia Classici, lo speciale Dunkirk, Eraserhead restaurato, le prime visioni di settembre, tutto questo sarà solo un assaggio di quel che sta arrivando. Il tempo di respirare e farci un bagno in mare, e torneremo più appassionati di prima.
Venezia Classici e il cinema restaurato
Con tutto il rispetto per il programma della prossima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, non è un caso che i cinefili in questi giorni, sui social network, abbiano esclamato grida di giubilo per la sezione Venezia Classici. Vorrà dire qualcosa? Non abbiamo alcuna intenzione di risultare passatisti, anzi su questa testata non si fa altro che insistere spesso sul grande interesse che per noi sta riservando il cinema contemporaneo (basta saperlo trovare, ci sono talenti diffusi ovunque). Tuttavia, non si può non notare che un movimento sempre più appassionante – una sorta di CRU (Cinema Ritrovato Universe) – si sta propagando a tutte le latitudini.
George A. Romero: forme d’arte macabra
Per ricordare George A. Romero – non solo un grande regista di genere, ma uno dei più innovativi autori del cinema americano moderno – pubblichiamo un estratto dal volume curato da Claudio Bartolini, George A. Romero. Appunti sull’autore (Bietti, 2016). Nel libro, la postfazione è stata affidata a Roy Menarini, incaricato di ricordare alcuni aspetti stilistici e simbolici del regista, troppo spesso poco indagati a causa della forza iconografica del suo approccio horror.